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Pechino, D’Alema sfila accanto ai leader di Cina e Russia: scoppia la polemica

L'ex premier partecipa alla parata militare con Xi Jinping e Putin per l’80° anniversario della fine della Seconda guerra mondiale. Le sue parole sul valore della pace scatenano critiche nella politica italiana

03 Set 2025 - 19:44

Massimo D'Alema ha preso parte alla parata militare tenutasi a Pechino per celebrare l'80° anniversario della fine della Seconda guerra mondiale. L'ex presidente del Consiglio italiano è apparso in prima fila accanto ai leader cinesi e russi, Xi Jinping e Vladimir Putin, insieme ad altri esponenti di regimi autoritari come Kim Jong-un, Aleksandr Lukashenko e Masoud Pezeshkian. Un gesto che ha suscitato un acceso dibattito in Italia. Intervistato da una televisione cinese, D'Alema ha dichiarato: "Viviamo un momento difficile nelle relazioni internazionali. Io spero che da Pechino venga un messaggio per la pace, per la cooperazione, per il ritorno a uno spirito di amicizia tra tutti i popoli". Parole che, però, non hanno placato le polemiche. Il suo coinvolgimento in una cerimonia a forte valore simbolico e politico, al fianco di leader notoriamente ostili all'Occidente, ha riacceso i riflettori sul suo ruolo pubblico e sui rapporti con il mondo asiatico.

D'Alema a Pechino per l'anniversario: "Serve un messaggio di pace"

 Nel suo intervento durante la commemorazione, Massimo D'Alema ha messo l'accento sull'importanza della memoria storica e sull'urgenza di rilanciare un clima di distensione internazionale. "È importante ricordare la lotta eroica del popolo cinese, decisiva per la sconfitta del nazismo e del fascismo", ha affermato. L'ex premier ha partecipato alla cerimonia in qualità di ospite, sottolineando che il senso della sua presenza era quello di promuovere "un messaggio per la pace" in un contesto globale segnato da numerosi conflitti. D'Alema ha fatto appello a "uno spirito di cooperazione tra i popoli" e ha invitato a superare le attuali tensioni internazionali attraverso il dialogo. Tuttavia, la cornice dell'evento – una parata militare imponente organizzata dal Partito Comunista Cinese – ha sollevato interrogativi sul significato politico della sua partecipazione.

Interessi economici di D'Alema in Cina e Asia

 Oltre all'aspetto istituzionale, la partecipazione di D'Alema a eventi pubblici in Cina si inserisce anche in un quadro di interessi economici consolidati nella regione. L'ex premier è presidente della società DL & M Advisor, attiva nel settore delle relazioni strategiche tra Europa e Asia, e ha più volte partecipato a forum internazionali promossi da enti cinesi. Inoltre, figura tra i fondatori della Silk Road Wines, un'azienda vinicola italiana che ha ricevuto visibilità nei mercati asiatici. Secondo quanto riportato da Domani e Il Foglio, la sua cantina ha beneficiato anche di fondi pubblici, inclusi finanziamenti europei, per iniziative promozionali in Cina e Corea del Sud. Questi legami economici, benché noti e legittimi, sono tornati al centro del dibattito in seguito alla sua esposizione pubblica durante la parata militare di Pechino, suscitando interrogativi sull'equilibrio tra ruoli istituzionali passati e interessi privati attuali.

Leader autoritari in prima fila, tra simboli e propaganda

 L'evento del 3 settembre ha rappresentato molto più di una semplice celebrazione storica. Il presidente cinese Xi Jinping ha usato l'occasione per rafforzare il proprio ruolo di guida morale del fronte antioccidentale. Al suo fianco, Putin, Kim Jong-un, Lukashenko, Pezeshkian e altri leader di Paesi che condividono relazioni critiche con Stati Uniti e Unione Europea. Secondo quanto riportato dal Foglio, la parata è stata "una manifestazione plastica del nuovo asse geopolitico orientato contro l'Occidente". Xi ha rievocato la lotta antifascista come momento fondante del Partito Comunista, trasformando la memoria storica in un potente strumento di legittimazione ideologica. L'imponente sfilata militare in Piazza Tiananmen ha incluso carri armati, missili balistici e dimostrazioni aeree. Un segnale forte, in un momento in cui la Cina cerca di affermare la propria leadership globale attraverso simboli, narrativa e alleanze.

Reazioni in Italia: polemiche e accuse all'ex premier

 Le immagini di D’Alema a Pechino hanno immediatamente sollevato critiche nel panorama politico italiano. Tra le reazioni più dure, quella del leader di Azione Carlo Calenda, che ha definito la partecipazione dell’ex premier "una schifezza di livello Salvini", accusandolo di omaggiare leader autoritari mentre "ragazzi muoiono in Ucraina per difendere la libertà". Calenda ha pubblicato un video su X con l’intervista rilasciata da D’Alema alla televisione cinese, commentandola come un gesto "grave” e “offensivo".

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