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Dal lavoro alla salute, dal fisco alle imprese: cosa cambia con il decreto Sostegni 

Un'operazione da 32 miliardi che aveva come obiettivo principale "dare più soldi possibile a più gente possibile nel più breve tempo possibile", ecco le novità introdotte dal decreto appena approvato

Un'operazione da 32 miliardi che aveva come obiettivo principale "dare più soldi possibile a più gente possibile nel più breve tempo possibile", come ha detto il premier Mario Draghiil decreto Sostegni appena approvato  ha come capisaldi il sostegno alle imprese, al lavoro e un aiuto nella lotta alla povertà. E' una misura parziale che sarà corretta con un nuovo scostamento ad Aprile, ma intanto ecco cosa cambia. 

Cassa integrazione - Il decreto legge Sostegni prevede fino a 13 settimane di ulteriore cassa integrazione con la causale "Covid-19", utilizzabili tra il primo aprile e il 30 giugno, per le imprese che hanno la cassa ordinaria. Per le aziende più piccole, che invece hanno la cassa in deroga o il Fis, Fondo di integrazione salariale, ci sarà un massimo di altre 28 settimane nel periodo tra il primo aprile e il 31 dicembre. Alle imprese non verrà richiesto nessun contributo aggiuntivo per questi ammortizzatori, per i quali il decreto stanzia complessivamente quasi 6 miliardi di euro nel 2021.

 

Blocco dei licenziamenti economici - Anche qui c’è un percorso differenziato. C’è una proroga breve, fino al 30 giugno, per tutte le imprese, indipendentemente dal numero dei dipendenti. E c’è una proroga lunga, fino al 31 ottobre, solo per le aziende coperte dalla cassa integrazione in deroga e dal Fis e del settore agricolo. Il divieto di licenzia-re non si applica in caso di "cessazione definitiva dell’attività". Resta fermo il fatto che le aziende che ricorrono alla cassa Covid-19 non possono licenziare mentre la usano.

 

Blocco dei licenziamenti e cassa integrazione: cosa prevede il decreto Sostegni

 

Imprese e partite Iva,11 miliardi a fondo perduto - Il decreto stanzia 11 miliardi di contri- buti a fondo perduto per le imprese, le partite Iva e i professionisti. La platea potenziale dei beneficiari è di circa 5,5 milioni di attività e il ristoro è destinato alle aziende con un fatturato fino a 10 milioni (il tetto inizialmente era di 5 milioni), che hanno subito perdite per oltre il 30% nel 2020. La base per l’indennizzo (che non può superare i 150 mila euro) verrà calcolata sulla media della perdita mensile registrata nel raffronto tra 2020 e 2019. A questa base si applica poi una percentuale dal 20 al 60% secondo l’entità del fatturato. La stima è che per 3 milioni di aziende e attività l’aiuto sarà ̀ pari a circa 3.700 euro.

 

 

Cartelle stralciate per i redditi sotto 30mila euro - È il punto sul quale c’è stato scontro fino alla fine. Alla fine il governo ha deciso che sì ci sarà la cancellazione delle vecchie cartelle esattoriali, ma con dei paletti. Potranno beneficiare del condono, come lo ha definito lo stesso presidente del Consiglio Mario Draghi, solo le persone fisiche e le società che hanno un reddito imponibile non superiore a 30mila euro. In questo caso potranno essere cancellate le cartelle relative al periodo 2000-2010 (e non più 2000-2015, come prevedeva l’ipotesi iniziale) che contengono crediti iscritti a ruolo non superiori a 5mila euro, comprensivi di sanzioni e interessi. Secondo le stime finiranno nel cestino circa 7 milioni di cartelle. 

 

Partite Iva, rottamazione ad hoc con perdite superiori al 30% - Arriva una Rottamazione delle cartelle riservata alle partite Iva che hanno subito perdite di almeno il 30% nel 2020 sul 2019. La possibilità di pagare i debiti col fisco, senza sanzioni e interessi, riguarderà le cartelle del 2017-18. Confermata, inoltre, la proroga al 30 aprile del blocco delle notifiche delle cartelle esattoriali, che poi verranno riavviate con gradualità.

 

Aiuti statali, ecco quanto si può percepire in base a perdite e fatturati

 

Welfare, 2,5 miliardi per la povertà aiuti anche ai precari - Forte incremento di risorse per il Reddito di cittadinanza (Rdc) e per il Reddito di emergenza (Rem): 2,5 miliardi. Un miliardo in più al Rdc e la possibilità di sospenderlo per al massimo sei mesi, in caso di contratti di lavoro fino a 10 mila euro. Il Rem viene ripristinato con una dote da 1,5 miliardi. Di questi, 663 milioni per 402 mila famiglie povere: tre mensilità (da marzo a maggio) dai 400 agli 800 euro, a seconda dei componenti. Il requisito di reddito viene alzato per ricomprendere anche la spesa per l'affitto. I restanti 857 milioni vanno invece ai 714 mila lavoratori che hanno finito i sussidi di disoccupazione Naspi e Discoll, tra l'1 luglio 2020 e il 28 febbraio 2021 e che non lavorano. Anche a loro spettano tre mensilità di Rem: 1.200 euro in tutto. Domanda a Inps entro il 30 aprile. Basterà un solo mese di contribuzione nel 2020 per chiedere la Naspi.

 

Sanità, 5 miliardi per vaccini ed emergenze -  Per la sanità saranno stanziati circa 5 miliardi: 2,8 miliardi per l'acquisto di vaccini e medicinali, 400 milioni per la gestione commissariale dell'emergenza, 200 milioni per l'avvio della produzione dei vaccini in Italia e 350 milioni per la campagna vaccinale. Previsto dal decreto sostegni anche il via libera ai farmacisti per eseguire le vaccinazioni. I farmacisti potranno vaccinare in farmacia, in via sperimentale, previa formazione specifica. 

 

Turismo invernale, aiuti per 700 milioni - Sale a 700 milioni la dote dei ristori per le attività montane e legate al turismo invernale. In particolare, 490 milioni saranno destinati ai comuni sulla base dei titoli di accesso agli impianti di risalita nel 2019. I restanti 210 milioni saranno ripartiti tra i comuni dello stesso comprensorio sciistico sulla base del fatturato delle attività economiche relative settore con riferimento al triennio 2017-2019 e tra i maestri di sci sulla base dei ricavi del triennio 2017-2019. le somme saranno ripartite dalle Regioni.

 

 

 

 

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