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Crisi Ucraina, Romano Prodi: Putin? Il suo è un atto di guerra | "All'Italia manca una vera indipendenza energetica"

L'ex presidente del Consiglio: "Mi spaventa il fatto che in giro per il mondo non ci siano più mediatori all'altezza di questo nome. Penso per esempio all'Onu, che dovrebbe essere una sede di arbitrato ma che ancora una volta dimostra di contare qualcosa solo quando in ballo ci sono piccoli conflitti".

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"Putin? Un atto di guerra.

Ma l'Europa è divisa militarmente e politicamente. Sul gas, bravissimo Scholz" "L'italia, in queste settimane di tensioni, non ha avuto un ruolo centrale: credo sia oggettivo". Questa la sintesi della crisi ucraina di Romano Prodi. "L'ossessione di Putin non è l'avvicinamento dell'Ucraina all'Ue ma alla Nato, aggiunge l'ex presidente del Consiglio a Il foglio. "quando le linee rosse vengono superate, chi ha il compito di proteggere le democrazie ha due doveri: agire di conseguenza e chiamare le cose con il loro nome". E quello del Cremlino è, appunto, "un atto di guerra".

Bisogna dunque "agire di conseguenza, il che significa usare fino in fondo il proprio potere di deterrenza, miscelando con intelligenza il rispetto del diritto internazionale con la tutela della propria economia. "Il discorso fatto lunedì da Putin era un discorso arrogante, triste, pericoloso - prosegue Prodi -. E' un discorso che ci fa rimpiangere la stagione della Guerra fredda, durante la quale l'angoscia della tragedia infinita non permetteva alle piccole e tangibili tragedie di manifestarsi con la forza d'urto che stiamo vedendo in queste ore".

 

"Putin ha ripescato il leninismo ,la Grande Russia, e ha usato la retorica della nostalgia per spingere se stesso verso il limite più estremo a cui può arrivare senza dover sparare un solo colpo. Ha fatto un atto di guerra, ma non ha fatto ancora la guerra, e sta giocando una partita da pokerista: avanza dove non c'è resistenza e mette l'occidente, e l'europa, di fronte alle sue contraddizioni".

 

"La prima contraddizione è ovviamente economica. L'Europa fa bene, anzi benissimo, a studiare tutte le sanzioni possibili. E bene ha fatto Scholz, il cancelliere tedesco, ad annunciare lo stop ai lavori di Nord Stream 2. Ma Putin sa perfettamente che l'Europa difficilmente utilizzerà sanzioni così dure in grado di uccidere l'economia europea. E Putin, purtroppo, sa bene che l'Europa si presenta di fronte a questo appuntamento formalmente unita, certo, ma con una oggettiva diversità di interessi".

 

"Il coltello dalla parte del manico oggi ce l'ha Putin", dice ancora al Foglio. Le reazioni dell'Europa, non per cattiveria, non per mancanza di volontà, ma non potranno mai essere sufficienti, se parametrate a quello che sta facendo la Russia. E sfortunatamente, se di fronte ai grandi problemi del mondo non si è uniti, allineati cioè anche nella difesa degli interessi strategici, le democrazie liberali rischiano di fare un passo indietro e rischiano di osservare in modo passivo i passi in avanti delle democrazie illiberali".

 

"Mi spaventa il fatto che in giro per il mondo non ci siano più mediatori all'altezza di questo nome. Penso per esempio all'Onu, che dovrebbe essere una sede di arbitrato ma che ancora una volta dimostra di contare qualcosa solo quando in ballo ci sono piccoli conflitti.Quando il conflitto si alza di intensità, di fronte alle grandi potenze, l'Onu sparisce, scoppia, non c'è più".

 

"L'America - denuncia Prodi - oggi può innalzare il livello delle sue reazioni. L'Europa ha dei limiti. E la Russia sa che il potere competitivo gli dà la possibilità di chiudere i rubinetti del gas da un momento all'altro".

 

E l'Italia? il suo ruolo? "Possiamo dire, a proposito di dinamiche difficili da decrittare, che la crisi Russia abbia messo in luce, in modo chiaro, l'incapacità da parte di un Paese come l'Italia di lavorare, negli anni, per avere una sua indipendenza energetica. Un populismo irragionevole ci ha impedito di attingere al gas di cui dispone l'Italia, penso ai bacini dell'Adriatico da cui attingono in modo copioso, con una cannuccia, i Paesi che si trovano dall'altra sponda del mare. E penso al fatto che sul gas sappiamo che dipenderemo sempre da alcuni lazzaroni".

 

"Ma sappiamo anche - conclude Prodi - che dipendere da più lazzaroni, nel medio termine, e diversificare, è pur sempre preferibile che dipendere da un solo lazzarone". Sull'energia il punto vero è proprio questo: "Diversificazione". 

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