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Mes, la Camera vota la risoluzione di maggioranza sulla riforma dopo l'appello di Conte alla responsabilità

Il premier sottolinea che "per cambiare lʼUe serve ben altro percorso". In Aula FdI indossa le magliette "M5s=Mes", poi flash mob davanti a Palazzo Montecitorio: "Mettono allʼasta lʼItalia", attacca la Meloni

Via libera dalla Camera alla riforma del Mes, dopo l'appello di Conte alla responsabilità: i deputati hanno votato a favore della risoluzione di maggioranza con 297 sì, 256 contrari e 7 astenuti. In precedenza, l'Aula aveva dato l'ok alla risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni del premier in vista del Consiglio Ue, con 314 voti a favore, 239 contrari e 9 astenuti. Nel M5s 6 deputati hanno votato "contro"

Il discorso di Conte alla Camera Prima delle votazioni, Conte aveva sottolineato che "per cambiare l'Ue è decisivo ben altro percorso. L'Italia si farà promotrice di una proposta innovatrice per integrare il nuovo Mes nell'intera architettura europea. Il modello a cui ispirarsi lo abbiamo già adottato, è il Next Geeneration". "Il governo ha bisogno anche della massima coesione delle forze di maggioranza per continuare a battersi in Ue - aveva spiegato il premier -. Il confronto dialettico è segno di vitalità e ricchezza ma è senz'altro salutare che sia fatto con spirito costruttivo e che non ci distragga dagli obiettivi". Il presidente del Consiglio aveva quindi confermato la "forte determinazione per offrire il giusto contributo critico a riforme in corso" e ha assicurato che "alla conferenza dell'Unione l'Italia ha tutte le carte per incidere e giocare ruolo da protagonista".

 

Conte si era poi rivolto anche alle opposizioni: "Spesso ho rivolto appello all'opposizione e in alcuni passaggi ho trovato ascolto. Il tavolo del confronto rimane sempre aperto". Sul Meccanismo europeo di stabilità, il capo del governo aveva concluso evidenziando che "devono essere riconsiderate in maniera radicale struttura e funzione del Mes affinché sia trasformato in uno strumento diverso".

 

 

Sei M5s e 4 ex M5s hanno votato contro Sono 13 i deptuati di M5s che hanno votato "no" alla risoluzione di maggioranza in Aula alla Camera, a cui vanno aggiunti altri 9 deputati che non hanno preso parte al voto. Emerge dai tabulati di Montecitorio. I "no" sono stati espressi da Fabio Berardini, Pino Cabras, Andrea Colletti, Emanuela Corda, Jessica Costanzo, Carlo Ugo De Girolamo, Francesco Forciniti, Paolo GIuliodori, Mara Lapia, Alvise Maniero, Francesco Sapia, Arianna Spessotto, Andrea Vallascas. 

 

FdI protesta contro il voto e attacca il M5s: mettono all'asta l'Italia Dopo aver protestato in aula alla Camera indossando la maglietta "M5s Mes" i deputati di Fratelli d'Italia, guidati dalla leader Giorgia Meloni, hanno inscenato un flash mob davanti a Montecitorio. E' stata allestita una sorta di asta con tanto di banditore (un dirigente dell'esecutivo di Gioventù nazionale) a ricordare come, a parere di Fdi, la maggioranza votando la riforma del Mes mette all'asta l'Italia in cambio delle loro poltrone.

 

"Siamo qui a denunciare l'ennesimo tradimento ai danni degli italiani perpetrato soprattutto da M5s che nel suo programma prometteva lo smatellamento del Mes e invece oggi vota una riforma che nel caso di accesso di uno Stato al Fondo comporterebbe probabilmente l'obbligo di ristrutturazione del debito che significa far collassare le banche italiane che detengono titoli italiani e volatilizzare miliardi di risparmi degli italiani. E' un tradimento indegno per chi aveva fatto promesse rivoluzionarie, dalla sinistra ce lo saremmo aspettato, speravamo M5s facesse un'altra scelta ma si consegnano anche loro ai nemici dell'Italia che pur di mantenere la propria poltrona vendono e svendono dalla dignità ai risparmi degli italiani", ha detto Meloni.

 

Camera, deputati FdI indossano la maglietta "M5s=Mes" dopo l'ok alla riforma

 

Brunetta e Polverini di Forza Italia si sono astenuti - Renato Brunettta e Renata Polverini non hanno partecipato al voto, ma comunque hanno evitato di votare in dissenso. "Tutte le altre assenze registrate nelle file forziste sono da addebitare a motivi di salute", afferma in una nota la capogruppo Gelmini.

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