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Conte: "Con Pd rapporto alla pari. Avanti insieme? Serve chiarirsi"

Il presidente del M5S indica la strada per trovare un punto di intesa con il Partito Democratico

Giuseppe Conte affronta il nodo dei rapporti tra Pd e M5S.

"Nel Pd esiste ancora, in alcuni, un riflesso condizionato. La memoria di un passato in cui quel partito aveva una vocazione maggioritaria e una pretesa egemonica - afferma il presidente del Movimento -. Oggi non funziona più lo schema dei satelliti che ruotano attorno a loro. Oggi c'è un rapporto alla pari. C'è un gioco a scaricare sul Movimento la responsabilità di non favorire la nascita di una coalizione. Vogliamo solo discutere e non ci allineiamo al Pd".

 

Conte: "Con Pd rapporto alla pari. Avanti insieme? Serve chiarirsi" - foto 1
Tgcom24

"Serve un chiarimento"

 "La verità - prosegue Conte intervistato dal Corriere della Sera - è che mentre noi abbiamo fatto chiarezza al nostro interno, tra loro esistono molte anime. E quando un giorno arriverà il voto politico non possiamo permetterci ambiguità". "Bisogna che" con il Pd "ci intendiamo".

 

Quanto al sentimento della base, dopo che a Faenza, durante l'assemblea regionale 5 Stelle, sono comparsi cartelli con scritto "mai con il Pd", Conte sottolinea: "Molto più di un cartello conta il senso di un'assemblea di oltre 1.500 persone in cui abbiamo ribadito il grande lavoro in Emilia-Romagna, e ovunque, per sostenere nei Comuni i progetti di segno progressista - prosegue -. Bisogna che ci intendiamo. Per presentare un domani un progetto serio e credibile va approfondito il confronto oggi. Dobbiamo scacciare l'ipocrisia: non possiamo nasconderci le differenze, anzi proprio su queste serve un chiarimento. E soprattutto non si può chiedere certo al Movimento di abbandonare quella forza propulsiva che da oltre 10 anni sta cambiando il Paese. Noi siamo questo".

 

"Bisognerebbe - aggiunge quindi Conte - interrogare il Pd per verificare quanti nostalgici ci sono ancora del Jobs act e della Buona scuola, quanti sostengono il turbo-atlantismo e politiche europee neoliberiste. Chiediamo a chiunque si professi progressista di essere radicale su questi obiettivi. Perché se affermi un principio devi essere conseguente".

 

 

Salario minimo e le altre battaglie "da fare insieme"

 Per Conte intanto Elly Schlein "sta provando a realizzare un nuovo percorso. Ad esempio sul salario minimo ha imposto al partito di convergere su una nostra battaglia storica. E così abbiamo messo un mattone per l’alternativa a una Meloni che si preoccupa degli “amichetti”, ma che se ne infischia di chi prende 4 euro all’ora. Le prossime battaglie da fare insieme sono sul conflitto di interessi e sulla regolamentazione delle lobby: dobbiamo impedire contaminazioni tra politica e affari. Ma sulla politica europea urge chiarirsi. Avremmo dovuto rendere strutturale il Next generation Eu e sul Mes continuare a combattere per trasformare l’accordo da intergovernativo in comunitario".

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