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Cittadinanza, proposta Lega: esame per i 18enni nati in Italia e più controlli

La Lega propone una riforma della cittadinanza con esame di integrazione, requisiti più lunghi di residenza e nuove cause di revoca

07 Dic 2025 - 15:10
 © ansa

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La Lega deposita alla Camera un disegno di legge che punta a rivedere l'accesso alla cittadinanza italiana per gli stranieri nati nel nostro Paese. Al compimento dei 18 anni il percorso prevede il superamento di un esame di integrazione e l'assenza di condanne o procedimenti penali legati a delitti non colposi. Nel testo è anche previsto un ampliamento dei requisiti di permanenza regolare sul territorio, con un'estensione del periodo minimo di residenza. La riforma individua inoltre ulteriori motivi che possono comportare la revoca della cittadinanza già concessa.

Tra le nuove cause di decadenza rientrano una condanna definitiva superiore ai cinque anni, pene oltre i tre anni per reati che includono violenza di genere, stupro, maltrattamenti contro familiari o conviventi, stalking e diffusione non consensuale di immagini intime. Il provvedimento elenca anche i cosiddetti reati "culturalmente motivati", come la costrizione o induzione al matrimonio, le pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili e la tratta di esseri umani.

I risultati del referendum di giugno sulla cittadinanza, "unitamente ai sondaggi e all'ascolto quotidiano dei cittadini nelle strade e nelle piazze, consentono di affermare che gli italiani considerano lo status di cittadino come un riconoscimento importante, da attribuire solo agli stranieri residenti nel territorio nazionale che dimostrino di meritarlo" hanno affermato nella presentazione del testo i firmatari, il capogruppo Riccardo Molinari e i deputati Jacopo Morrone, Giorgia Andreuzza, Ingrid Bisa ed Elena Maccanti.

In cosa consiste l'esame di integrazione

 Secondo il testo, l'esame serve a verificare l'effettiva integrazione nonché la conoscenza delle regole sociali e giuridiche minime: contenuti e modalità della prova sono stabiliti dal Ministro dell'interno. La Lega propone di raddoppiare, da 2 a 4 anni, il periodo minimo di residenza legale in Italia per i minori, figli o discendenti di secondo grado di italiani, per chiedere la cittadinanza al raggiungimento della maggiore età. Per quanto riguarda gli stranieri adulti, si propone di raddoppiare da 2 a 4 anni il periodo di residenza legale per chi ha un genitore italiano per nascita, da 3 a 10 per gli stranieri nati in Italia, da 4 a 8 per i cittadini Ue e da 5 a 10 per gli apolidi.

Per quanto riguarda invece le procedure amministrative, si propone di accorciare i termini, con una riduzione da 24 a 12 mesi (prorogabili fino a 24 anziché 36). Inoltre, la Lega chiede di ridurre da 10 a 2 anni il termine per l'adozione della revoca della cittadinanza, ed elimina l'impossibilità di revoca se l'interessato non possiede o non può acquisire un'altra cittadinanza, "elemento che - si spiega nella proposta - rende di fatto attualmente inapplicabile la revoca nella maggioranza dei casi".

Una stretta è prevista anche sui ricongiungimenti familiari: sono esclusi da questa possibilità persone "che nella propria vita attiva non hanno fornito alcun contributo al progresso della comunità nazionale italiana e che, ragionevolmente, possono determinare un aumento degli oneri in termini di prestazioni sociali anziché rappresentare un sostegno per la collettività". Il riferimento, viene precisato nella presentazione del testo, è a genitori a carico o ultra sessantacinquenni.

Inoltre, si chiede di aumentare la soglia di reddito minimo annuo per richiedere il ricongiungimento, dall'attuale importo pari a quello dell'assegno sociale aumentato della metà per ogni familiare da ricongiungere, al triplo dell'assegno sociale aumentato dell'intero importo per ogni familiare da ricongiungere. Infine la Lega punta a estendere a ogni familiare da ricongiungere l'obbligo di assicurazione sanitaria.

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