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Chiusure domenicali dei negozi, Lega: “Pronti a cambiare ma nessuno stop”

Il Carroccio, incalzato da Forza Italia, apre alle modifiche

Chiusure domenicali dei negozi, Lega: “Pronti a cambiare ma nessuno stop” - foto 1
agenzia

La proposta sullo stop alle aperture h24 è ancora in alto mare.

Il testo, presentato dal leghista Andrea Dara in commissione Attività produttive della Camera, “non è blindato, ma aperto a qualsiasi miglioramento”, ha sottolineato il suo stesso relatore all'AdnKronos. Il Carroccio è aperto al confronto con le altre forze politiche, ma sul provvedimento “non fa marcia indietro”. Come affermato da Dara: “Le audizioni sono riprese per capire cosa ne pensano le associazioni di categoria. Le opposizioni - prosegue - sono rimaste spiazzate perché abbiamo dato una deroga ai centri storici e ai negozi di vicinato che rimarranno aperti come oggi, cosa che negli altri testi non c'era".

“Ho fatto una sintesi delle proposte, ben sette, arrivate da tutte le forze politiche - ha spiegato Dara - Il testo che ho presentato non è la Bibbia, è passibile di modifiche, e penso che Pd e Fi, forze a cui non piace la proposta di legge, chiederanno nuove audizioni delle categorie interessate. In ogni caso noi andiamo avanti, aperti a qualsiasi proposta migliorativa, da qualsiasi parte arrivi".

Il parlamentare leghista è ben consapevole della ricerca dell'appoggio della Chiesa, da parte del Movimento 5 stelle: “Un incontro Di Maio-Parolin? Lo abbiamo letto anche noi sui giornali. Sappiamo che il mondo cattolico ha sempre sollecitato regolamentazione delle aperture domenicali, anche in passato ci sono state diverse uscite da parte di esponenti del clero, io non mi pongo il problema. Di Maio, inoltre, è ministro del Lavoro, può dialogare con chi vuole”.

Contro la proposta di Dara, che stempera la liberalizzazione introdotta dal 2012, si scaglia Forza Italia. La presidente dei deputati di Fi, Mariastella Gelmini, attacca: "Minor fatturato per la grande e piccola distribuzione, nessun vantaggio per i negozi al dettaglio, minori introiti per i lavoratori, minore libertà per il consumatore. Se al governo venisse in mente di commissionare un'analisi costi-benefici sulle chiusure domenicali delle attività commerciali – purché non taroccata come quella sulla Tav - scoprirebbe che la strada che vuole seguire rischia di essere un colpo letale per la nostra economia”.  Per la Gelmini “imporre le chiusure domenicali è una scelta liberticida, illiberale e dirigista, tanto più in una contingenza come quella attuale, con un pil vicino allo zero e la stagnazione dei consumi”.

L'esponente di Forza Italia sottolinea come la chiusura delle attività commerciali nei festivi “porterebbe vantaggi solo al commercio on line e provocherebbe la perdita di decine di migliaia di posti di lavoro”. Dello stesso avviso anche Anna Maria Bernini: “Gli effetti delle chiusure festive dei negozi sarann drammatici: il quadro che emerge dai dati forniti dalle associazioni di categoria prefigura infatti un effetto domino disastroso sull'occupazione e sull'intero comparto del commercio: addio a 80mila posti di lavoro, caos nel settore della distribuzione, disuguaglianze tra i diversi territori ed esercizi”.

Per la presidente dei senatori di Forza Italia l'approvazione di una tale proposta di legge metterebbe in ginocchio l'Italia: “Il fatturato complessivo dei giorni festivi rappresenta il 17% del totale per gli alimentari e il 22% per gli altri esercizi commerciali. Altro che migliorare la vita dei lavoratori, come dice Di Maio: già con il decreto dignità, manifesto ideologico della decrescita felice, ha causato danni irreparabili, di questo passo non si chiudono solo i negozi la domenica: si chiude l'Italia"