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Cdm: sì ai reati perseguibili d'ufficio se ricorre l'aggravante per mafia

Il premier Giorgia Meloni: "Il governo propone al Parlamento, con procedura di urgenza, di innalzare il livello di contrasto alla criminalità più pericolosa"

Il Cdm ha approvato il disegno di legge del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che rende perseguibili d'ufficio tutti i reati, nei casi in cui ricorra l'aggravante per mafia e terrorismo.

"In una settimana aperta dallo storico arresto del più pericoloso mafioso ancora latitante, il governo propone al Parlamento, con procedura di urgenza, di innalzare il livello di contrasto alla criminalità più pericolosa", scrive su Twitter il premier Giorgia Meloni. "Col ddl approvato dal Cdm - aggiunge - tutti i reati aggravati da finalità o modalità mafiose sono procedibili d'ufficio e non a querela. Inoltre, per reati che permettono l'arresto in flagranza, vi sono 48 ore di tempo per la presentazione della querela senza che l'arrestato torni in libertà".

 

 

Dopo l'allarme della magistratura sul rischio di scarcerazioni e impunità per una serie di reati divenuti o che erano già perseguibili a querela, il governo corre ai ripari con un disegno di legge. Un intervento "chirurgico e mirato", lo ha definito Nordio alla Camera, non solo sulla riforma Cartabia, di cui il ministro apprezza la direzione complessiva, ma su tutte le norme precedenti che nel tempo hanno reso perseguibili solo su denuncia della vittima alcuni reati, pur in presenza dell'aggravante mafiosa e terroristica. Una sessantina in tutto, di cui 7 introdotti dall'ultima riforma.

 

L'esigenza di intervenire si era posta in particolare dopo un caso che aveva fatto scalpore: durante un processo a Palermo la procura era stata costretta a chiedere la scarcerazione di tre imputati di lesioni aggravate dal metodo mafioso per mancanza della querela. Nessuno era stato scarcerato in quanto detenuto per altri reati. Ma sull'onda di quella vicenda sia i pubblici ministeri sia l'Associazione nazionale magistrati avevano sollecitato "un ripensamento, in tempi rapidi, delle scelte del legislatore".

 

A far discutere erano state anche altre vicende di cronaca, come i responsabili di diversi furti d'auto in Veneto che erano stati scarcerati per la mancanza di querela. Le misure adottate dal governo intendono rimediare proprio a queste "criticità", come ha spiegato il ministro della Giustizia, annunciando l'intervento.

 

Così per quanto riguarda mafia e terrorismo, con la procedibilità d'ufficio per tutti i reati in cui ricorre questa aggravante, si intende tutelare la libertà di determinazione della vittima, che per paura potrebbe rinunciare a denunciare i responsabili del reato. Con l'intervento sull'arresto in flagranza di reato perseguibile a querela accadrà, nel caso per esempio del furto di un veicolo con violenza sulle cose, che si potrà procedere all'arresto del reo in flagranza, anche se non è possibile reperire subito la vittima. Naturalmente l'arresto decadrà dopo 48 ore, se non si è acquisita la querela.

 

A spingere per un intervento erano state soprattutto la Lega e FdI. "Il governo Meloni, intervenendo in maniera tempestiva e oculata, conferma così il suo impegno nella lotta alla criminalità organizzata, in coerenza con quanto avevamo detto durante la campagna elettorale e cioe' lotta senza tregua a tutte le mafie", ha dichiarato il capogruppo di Fratelli d'Italia al Senato, Lucio Malan. E il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Ostellari (Lega), ha parlato di "promessa mantenuta".

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