Il ministro dimissionario ai microfoni di "Fatti e misfatti": "Il paradosso è che ci troviamo con il massimo delle risorse che abbiamo preso in prestito dal futuro dei giovani. E' un furto generazionale"
Sulla scuola "un governo serio dovrebbe scusarsi, perché i ragazzi sono ancora a casa in Dad o in strada a protestare. Non si può pensare di aver fatto tutto bene". Lo ha detto il ministro dimissionario alle Pari opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, a "Fatti e misfatti" su Tgcom24. "Le nostre dimissioni - ha aggiunto - non sono una frattura ma uno spazio che si apre".
"Furto generazionale" - "Quanto ci costerà questa prolungata chiusura delle scuole superiori?", ha proseguito Bonetti. "Tantissimo in termini economici e nell'aumento delle disuguaglianze sociali. Il paradosso è che ci troviamo con il massimo delle risorse che abbiamo preso in prestito dal futuro dei giovani. E' un furto generazionale".
"Dimissioni nell'interesse della nazione" - Le dimissioni "sono state una decisione assunta con grande spirito di discernimento e assumendo una grande responsabilità davanti al Paese. E' l'interesse della Nazione che ci ha portato a dimetterci. Riconosciamo la necessità di avere risposte certe e urgenti: o ripartiamo con uno scarto d'identità diverso o non ce la faremo".
"Non si può esautorare il Parlamento" - Il ministro dimissionario ha poi sottolineato che "non si può esautorare il Parlamento. Di fronte ad un'apertura della crisi, si accettano le nostre dimissioni, non si va in aula e non si sale al Colle?. Non si può scindere la democrazia dal metodo democratico. O custodiamo il fatto che la democrazia è la migliore scelta possibile o facciamo la fine che hanno rischiato di fare negli Stati Uniti".