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Atti vandalici, ok del Cdm alle misure contro chi imbratta beni culturali

"Chi danneggia deve assumersi la responsabilità, anche patrimoniale", ha detto il ministro Sangiuliano. A seconda della gravità, si va da un minimo di 10mila a un massimo di 60mila euro

Il Cdm ha approvato il disegno di legge contro gli ecoattivisti "imbrattatori" dei beni culturali.

Il testo prevede sanzioni in caso di "distruzione, dispersione, deterioramento, deturpamento, imbrattamento e uso illecito di beni culturali o paesaggistici". Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha commentato: "Gli attacchi ai monumenti e ai siti artistici producono danni economici alla collettività. Chi compie questi atti deve assumersi la responsabilità, anche patrimoniale". Uno degli ultimi atti vandalici ai danni di opere d'arte è stata la vernice nera versata nella Barcaccia, la fontana in piazza di Spagna a Roma.

 

 

"Secondo i dati che mi sono stati forniti dalla Soprintendenza Speciale di Roma - ha aggiunto il ministro - il ripristino della facciata del Senato (imbrattata con vernice rossa, ndr) è costato 40mila euro. Ebbene, chi danneggia deve pagare in prima persona. A seconda della gravità della fattispecie, si va da un minimo di 10mila a un massimo di 60mila euro. Tali somme si aggiungono a quelle cui verranno eventualmente condannati a pagare i trasgressori in sede penale o civile. Si tratta, infatti, di sanzioni amministrative immediatamente irrogabili dal prefetto del luogo dove il fatto è commesso, sulla base delle denunce dei pubblici ufficiali".

 

Sull'iniziativa arriva il fuoco di fila delle opposizioni che bollano le misure come un nuovo caso "rave" e accusano l'esecutivo di voler fare "propaganda". "Siamo al grottesco. La maggioranza, di fronte all'incapacità di gestire i dossier più importanti, dal Pnrr alle migrazioni, è costretta ogni giorno a inventarsi qualcosa per coprire i propri fallimenti", attacca il Pd ricordando che questa fattispecie di reato era stata già introdotta nel 2022 da un ddl Franceschini-Orlando.

 

"Prosegue la politica della distrazione di massa sull'evidente incapacità di affrontare i dossier più importanti", sostengono anche i 5 Stelle. "L'invenzione di nuovi reati è il rifugio degli incapaci", ironizza anche la senatrice dem Cecilia D'Elia, così come il deputato dell'alleanza Verdi e Sinistra Marco Grimaldi che commenta: "Alla fine riusciranno a fare solo il loro Pnrr, un Piano Nazionale di Repressione e Reazione". Un'attivista di Ultima Generazione considera invece "molto incoraggiante vedere che la protesta inizia a sortire i suoi effetti: la disobbedienza civile sta funzionando, si sentono minacciati.

 

La repressione è la prima risposta ma non ci spaventa" anche se nota una "sproporzione tra il danno effettivo e la pena proposta". Sangiuliano invece lancia un richiamo al senso di responsabilita' per i danni che questi atti arrecano alla collettività: "Chi danneggia deve pagare in prima persona". E Matteo Salvini corre a rivendicare la primogenitura della Lega: "Super multe per vandali e imbrattatori: una proposta di legge che la Lega aveva depositato a novembre", mette in chiaro sui social.

 

In effetti al Senato è stata depositata una proposta, primo firmatario Claudio Borghi, che prevede di modificare il codice penale, dando anche agli agenti la possibilita' di operare arresti in flagranza. Anche Fratelli d'Italia si è mosso ed ha predisposto un provvedimento, ancora pero' da ultimare che, tra l'altro, prevede la possibilità di applicare una sorta di Daspo urbano a questo tipo di condotta. Quanto invece alle misure dell'esecutivo, sono previste multe da 20 a 60mila euro, più le sanzioni penali, per quanti distruggano o deteriorino beni culturali, e altre sanzioni amministrative, che vanno da 10 a 40mila euro per chi "deturpa o imbratta" questi beni.

 

Il provvedimento destina i proventi delle multe al ministero della Cultura, in modo che siano impiegati per il "ripristino dei beni". Le sanzioni amministrative sono infatti immediatamente irrogabili dal prefetto del luogo dove il fatto è commesso, sulla base delle denunce dei pubblici ufficiali.

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