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Aspi, è il giorno della verità: maggioranza ancora divisa e il Cdm slitta a stasera

"Ora è necessaria una decisione", sottolinea il premier. Atlantia, su cui incombe lo spettro dellʼinsolvenza, auspica che "ci si basi solo su aspetti giuridici, tecnici, sociali ed economici"

Ore decisive per il governo sulla revoca della concessione autostradale ad Aspi: il dossier sarà sul tavolo del Cdm, che è slittato e ora è previsto alle 22 di stasera. Conte chiede "una decisione globale", afferma che "se i ponti crollano, bisogna sanzionare i responsabili" e assicura che in caso di revoca "abbiamo le soluzioni". Atlantia pubblica sul suo sito la proposta ed auspica che "le decisioni siano basate solo su aspetti tecnici ed economici".

"Abbiamo sempre rispettato le istituzioni: quando in passato è stata sollecitata ad entrare in diverse società così come oggi", è il messaggio che filtra da ambienti vicini ai Benetton. Ma Conte va per la sua strada. E il dossier Autostrade lo "segue" anche al castello di Meseberg, nel bilaterale con la cancelliera Angela Merkel.

 

Fonti qualificate di governo negano che il nodo Aspi sia stato addirittura oggetto del colloquio tra Conte e Merkel ma, di certo, è tra i protagonisti della conferenza stampa congiunta che segue al bilaterale. E, prima di salutare il suo omologo italiano, la cancelliera si lascia scappare una battuta: "Sono molto curiosa di sapere come andrà il Cdm".

 

Il premier conferma che martedì, alle 22, porterà il dossier sul tavolo di Palazzo Chigi e sottolinea come "tutti i ministri saranno nelle condizioni di conoscere i dettagli" della vicenda. Dato che, nei piani di Conte, dovrebbe convincere anche i più riottosi alla linea dura. "Ora è necessaria una decisione", ribadisce Conte.

 

La linea di Conte ha delle affinità sia con quella del Pd sia con quella di Iv: la centralità dello Stato, magari attraverso Cdp, nella futura società di gestione di Autostrade. Il nodo sta nella quota che, nelle strategie dei partiti, deve restare nelle mani dei Benetton: Pd - e soprattutto Iv - sono più possibilisti laddove il M5s vuole la famiglia veneta letteralmente fuori dal Cda di Aspi.

 

Il rischio di un nuovo, deflagrante scontro interno è tutt'altro che escluso. Tanto che la vicenda viene seguita con attenzione anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che auspica che la questione si risolva nel migliore dei modi e senza contraccolpi nel governo.

 

Resta da vedere se davvero il governo arriverà ad imporre una revoca (o una decadenza del contratto, che potrebbe avere ripercussioni finanziarie minori). Il dl Milleproroghe dà a Conte la possibilità di farlo. Le conseguenze economiche e politiche sono tutte da decifrare. "In caso di revoca abbiamo delle soluzioni", assicura il premier mentre le opposizioni già partono all'attacco. "Sarebbe un esproprio contra personam", sottolinea Mariastella Gelmini mentre Matteo Salvini annuncia una segnalazione alla Consob sulle parole di Conte.

 

Al leader della Lega replica Luigi Di Maio. E' stata la Lega a frenare sulla revoca delle concessioni autostradali ai Benetton e sempre la Lega votò nel 2008, col centrodestra, l'allungamento della concessione, scrive su Facebook il ministro degli Esteri, definendo Salvini "l'alleato su cui i Benetton potevano contare" ai tempi del Conte 1. "Dopo tante giravolte, credo sia arrivato il momento di mettere le cose in chiaro e questo post potete considerarlo un tributo alla verità", aggiunge.

 

A stretto giro è arrivata la contro-replica di Salvini: "A differenza di altri non ho mai incontrato un Benetton nella vita. Di Maio e Toninelli non scarichino la propria incompetenza su altri, su Autostrade hanno perso solo tempo e fatto perdere soldi agli italiani. Mai visto un parere legale né un atto su revoca o proroga. Il governo si svegli e decida qualcosa, dall'anno scorso non hanno più l'alibi".

 

Lo spettro dell'insolvenza, intanto, incombe su Autostrade per l'Italia, gli obbligazionisti e i 7.300 dipendenti. L'impatto stimato di un possibile ritiro della concessione sarebbe infatti di 19 miliardi di euro. E il termometro dei mercati lo registra subito penalizzato il titolo della controllante Atlantia, che in un solo giorno perde 1,68 miliardi di euro di capitalizzazione. Sono ore decisive, tanto che Atlantia ha convocato un consiglio di amministrazione straordinario in contemporanea con la riunione del Cdm.

 

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Sulla vicenda è intervenuto Gianni Mion, presidente di Edizione, la holding della famiglia Benetton, che ha commentato: "Quello che è accaduto, il crollo del ponte di Genova, le vittime e le sofferenze provocate, quello che è emerso dopo la tragedia, rende comprensibile la posizione del premier. E' tuttavia nostro dovere difendere le aziende Aspi ed Atlantia e i loro dipendenti, finanziatori e azionisti. Mi auguro che si possa trovare una soluzione equa nell'interesse di tutti".

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