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Imu, i Comuni: subito i soldi o niente stipendi Il governo: le risorse entro questa settimana

I sindaci chiedono 2,4 miliardi di euro per evitare il peggio: devono arrivare prima di domenica. E il presidente dellʼAnci, Piero Fassino, auspica che "la Service Tax sia equa e sostenibile"

juve fassino
lapresse

Se "entro domenica" non saranno trasferiti dal governo ai Comuni i 2,4 miliardi di euro per la copertura della cancellazione della prima rata dell'Imu, il 30 settembre "molti Comuni non saranno in grado di pagare gli stipendi ai dipendenti".

L'annuncio arriva dal presidente dell'Anci, Piero Fassino, durante l'audizione alla Camera sul decreto legge sull'Imu. Immediata la risposta del governo: soldi in settimana.

"Assicureremo le

risorse ai Comuni entro questa settimana

", si legge infatti su un comunicato di Palazzo Chigi, che continua: "Con riferimento alle notizie di stampa relative ai rischi per i pagamenti degli enti locali in relazione al mancato versamento delle risorse corrispondenti alla prima rata dell'Imu sull'abitazione principale e sui terreni e fabbricati agricoli, si ricorda che il decreto legge numero 102 del 2013, che ha disposto la soppressione del versamento della rata, ha contestualmente previsto che tali risorse saranno attribuite ai Comuni sulla base di un decreto del ministro dell'Interno, di concerto con il ministro dell'Economia e delle Finanze, sentita la Conferenza Stato-Città da adottare entro il 30 settembre 2013".

E infine, la promessa: "Considerata l'urgenza manifestata in Parlamento dal presidente dell'Anci, il governo si fa carico delle esigenze dei Comuni e adotterà, agli inizi della prossima settimana, i provvedimenti attuativi necessari ad assicurare ai Comuni le risorse necessarie".

L'allarme lanciato da Fassino alla Camera

- "Allo stato attuale dei fatti - aveva spiegato in precedenza Fassino rivolgendosi alle commissioni Bilancio e finanze di Montecitorio - la prima rata promessa in questi giorni non è ancora stata trasferita ai Comuni". Senza questi trasferimenti rischiano dunque di saltare gli stipendi ai dipendenti.

Fassino aveva poi aggiunto che

bisogna fare in fretta

perché "non facciamo le buste paga con il lapis il 29 settembre, ci sono procedure che richiedono tempi precisi" e se la prima rata non arriva "entro domenica, visto che lunedì è già il 22 settembre", il rischio di non poter dare i soldi che spettano a chi lavora nei Comuni si farà concreto.

"La Service Tax sia equa e sostenibile"

- Ma il presidente Anci ha affrontato anche il nodo della Service Tax. "Abbiamo dato la disponibilità a sederci a un tavolo - ha detto - per condividere l'impostazione della nuova Service Tax" e "un confronto si aprirà formalmente nei prossimi giorni. Sia chiaro che si deve trattare di un contributo equo da un punto di vista fiscale e sostenibile per i cittadini, cioè il suo ammontare non deve essere più oneroso dell'Imu".

Sulle ipotesi avanzate in questi giorni di rivedere l'Imu per evitare l'aumento dell'Iva, Fassino ha poi ricordato che si tratta, come per il decreto già varato, "di scelte del governo in cui non entriamo. Ci limitiamo a prenderne atto, perché il governo è libero di fare le sue scelte, ma

il conto non deve essere fatto pagare ai Comuni".



Nella sua audizione Fassino ha poi ribadito anche la richiesta dei sindaci di

allentare il Patto di stabilità interno

, che "è una prigione", "mortifica gli investimenti" e rappresenta "un ostacolo all'obiettivo di sostenere gli investimenti per favorire la crescita". Il Patto di stabilità andrebbe comunque rivisto "in modo globale riducendo il contributo dei Comuni", ha precisato, ricordando che tra "il 2007 e il 2014 il contributo finanziario dei Comuni al risanamento dei conti pubblici è stato di 16 miliardi di euro, di cui 4,5 per il contributo al Patto di stabilità".