IL CAPO DELLO STATO

Berlusconi, Colle: "La sentenza è definitiva"

Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, non accoglie le richieste del Pdl di concedere "l'agibilità politica" a Silvio Berlusconi, non contempla l'ipotesi della grazia perché non gli è stata mai presentata alcuna domanda e avverte che il governo di Enrico Letta deve proseguire

13 Ago 2013 - 20:36
 © Ansa

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Giorgio Napolitano, più volte chiamato in causa sulla possibilità di concedere la grazia a Silvio Berlusconi, dopo la conferma in Cassazione della condanna nel processo Mediaset, chiarisce in una nota "che nessuna domanda mi è stata indirizzata cui dovessi dare risposta". Il capo dello Stato ha tuttavia sottolineato come sia escluso il carcere per il leader del Pdl, dato che la legge prevede misure alternative per chi abbia compiuto i 70 anni.

In una lunga nota, il Presidente della Repubblica afferma che valuterà se ci sono le condizioni per un atto di clemenza nei confronti di Silvio Berlusconi. Ma nell'esercizio di quel potere, che gli è stato conferito dalla Corte costituzionale con una sentenza del 2006, "il Capo dello Stato non può prescindere da specifiche norme di legge, né dalla giurisprudenza e dalle consuetudini costituzionali nonché dalla prassi seguita in precedenza", sottolinea Napolitano.

Poi il Quirinale sottolinea che "in questo momento è legittimo che si manifestino riserve e dissensi rispetto alle conclusioni cui è giunta la Corte di Cassazione" ma "non deve mai violarsi il limite del riconoscimento del principio della divisione dei poteri". Ora, prosegue Napolitano, spetta a Silvio Berlusconi e al suo partito decidere come proseguire nel panorama politico. Per il Presidente della Repubblica, che ha vivamente apprezzato la riaffermazione del sostegno al governo Letta, una crisi di governo "faticosamente formatosi" da poco più di 100 giorni sarebbe "fatale".

Il Colle punta il dito contro il fatto che le tensioni politiche dopo la sentenza della Cassazione diventino "la tendenza ad agitare, in contrapposizione a quella sentenza, ipotesi arbitrarie e impraticabili di scioglimento delle Camere". "Di qualsiasi sentenza definitiva, e del conseguente obbligo di applicarla, non può che prendersi atto", scrive il Presidente della Repubblica.

Il Capo dello Stato parla anche della necessità di "una prospettiva di serenità e coesione, per poter affrontare problemi di fondo dello Stato e della società, compresi quelli di riforma della giustizia da tempo all'ordine del giorno".