Verso il ballottaggio

Renzi: "Se vinco, con me né Fornero né MontiNiente inciuci, meno ministri e meno politici"

Il sindaco di Firenze sull'avversario Bersani: "Ha cambiato perché io gli ho messo pressione, ma non sa voltare pagina". E sul ballottaggio di domenica assicura: "La partita è aperta"

29 Nov 2012 - 13:40
 © Ansa

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"Se vinco le primarie, penso che il ministro dell'Economia va detto prima delle elezioni. La Fornero? Ma anche no. Monti no, lui fa altre cose". Lo afferma il sindaco di Firenze e candidato alle primarie del centrosinistra, Matteo Renzi. "Credo che sia finita la fase dei tecnici. C'è bisogno di voltar pagina. La riforma delle pensioni della Fornero è seria, quella del lavoro timida e inefficace. Ma un ministero no", ha aggiunto.

"Il mio sarà un governo a dieci"
Insomma, né Mario Monti né Elsa Fornero entreranno in un ipotetico governo Renzi, dice il sindaco di Firenze in un forum a Repubblica.tv. Il rottamatore ribadisce di volere un esecutivo di 10 ministri e 20 sottosegretari e ricorda: "Il governo dell'Unione aveva 101 componenti di governo, una cosa di cui vergognarci ancora oggi, ed era motivato dal dover ringraziare tutti i partitini".

Ora si deve tagliare anche perché "bisogna diminuire i costi della politica. Il problema non è quanti sono, ma se sono buoni. Vendola aveva detto che voleva D'Alema ministro degli Esteri: meno male che non ha vinto. Bisogna rinnovare. Per me l'idea di avere dieci ministri, ridurre i parlamentari e i costi dalla politica è la base per essere credibili. Io spero che Bersani cambi, dopodiché mi chiedo perché non l'ha fatto finora".

"No all'inciucio"
Renzi torna poi a dire chiaro e forte che non vuole nessun tipo di inciucio. "E' il mio incubo - afferma -. Sono terrorizzato da questa logica. La generazione di politici attuale si conosce da anni, magari si vuole anche bene, ha dentro di sè la logica dell'inciucio. Il centrosinistra ha perso la sua sfida quando è ricorso all'inciucio. La prima volta è stato nel 1998, quando Bertinotti manda a casa Prodi e D'Alema con Cossiga e Mastella fa l'inciucione. Bersani ha in mente una sorta di conquista dei voti moderati in franchising con Casini. Ma io, se voglio i voti moderati, vado io a conquistarmeli".

"Un mio partito? Certo che avrei potuto farmelo..."
Il sindaco di Firenze svela poi "un segreto: se volevo fare un partito sa da quanto l'avevo fatto? Ma io contesto l'idea di farsi partitini personali. Se avessi voluto fare un partito fuori dal Pd, avrei avuto un consenso maggiore. Ma io voglio stare nel Pd".

"Ballottaggio, la partita è aperta"
Sul tema del ballottagio di domenica Renzi è sicuro che l'esito sia "molto più aperto di quanto si pensa. E' durissima perché la partita è complessa, con 3 milioni e 100mila persone la partita si fa più dura ma ci credo. Se molti si iscrivono e chi ha votato per altri vota per me ce la si può fare".

"Le regole non mi piacciono, ma io gioco"
Ribadisce poi che a lui queste regole non piacciono neanche un po'. "Non mi convincono. Ma, chiusa la discussione sulle regole, io gioco. Sia chiaro però: se perdo non me la prendo con le regole. Basta con la logica del vittimismo. Per il futuro spero che il Pd sia più attento". E sulla "giustifica" che serve per andare a votare al ballottaggio se non si è registrati in precedenza, si limita a una battuta: "Ieri è uscita Margherita Hack che avrebbe votato Vendola e non ha potuto votare. Ora vuole andare a votare. Ma si immagina la Hack che dà la giustifica a Stumpo? E' una barzelletta".

"Se vota più gente domenica, non credo sia un male"
In vista del voto di domenica, il candidato afferma: "Faremo di tutto per vincere". Anche cercando di convincere gli elettori, che non erano andati al primo turno, a votare al ballottaggio "perché se va votare gente in più, non credo che ci fa male". Invita infatti i cittadini a richiedere la registrazione via mail per domenica prossima auspicando il "mail bombing". "Fare il mail bombing significa utilizzare gli strumenti della rete - precisa -. Siamo tutti contenti, bene lo stile del dibattito, ma noi per vincere le elezioni dobbiamo convincere più di 6 milioni di persone", quelle che ieri hanno visto la sfida tv, "e quindi se vanno a votare più persone di domenica scorsa, non mi sembra un male".

E manda anche il suo appello ai vendoliani, dicendo: "Chi ha votato per Vendola se vuole avere una idea di futuro del centrosinistra diversa da quella dei venti anni passati deve scegliere per forza noi. Molti dei vendoliani, checché ne dica Vendola, voteranno per noi".

"Bersani non può voltare pagina"
Ed ecco cosa dice Renzi del suo avversario. "Bersani è in grado di voltare pagina? Secondo me, no. Glielo l'ho detto ieri: con te allenatore rischiamo di non vincere dopo. Se perdo non chiedo maglie, sto in tribuna a fare il tifo perché sono appassionato della stessa squadra", dice ancora Renzi, sottolineando l'urgenza di un cambiamento. "Io non sono contro Bersani, io sono per un modello d'Italia diverso. Il problema è che Bersani ha intorno a sè un gruppo di persone, la vecchia guardia, come si fa a dimenticarsi Fioroni, Marini, la Bindi".

"Questa gente qua per venti anni ha governato il centrosinistra. Non hanno fatto tutto male, ma le cose essenziali non le hanno fatte. Hanno parlato di antiberlusconismo ma non hanno fatto la legge sul conflitto d'interesse. Hanno parlato di unione e non se ne è fatto nulla. Hanno affondato la scuola. Questa gente ha fatto quello che doveva fare. Noi diciamo 'grazie', hanno anche il vitalizio, quindi non hanno problemi".

E ancora: "Bersani ha cominciato a cambiare un po' di facce solo quando ho cominciato a rompergli le scatole io. Bersani è lo zio prudente, dall'altro c'è la profonda rottura ma l'unico rischio è non cambiare".

"Sanità, difesa assoluta del sistema pubblico"

Renzi affronta anche il tema della sanità dopo le parole di Monti (delle quale si dice "poco convinto") secondo cui è a rischio la sostenibilità finanziaria e promette: "Difesa assoluta del sistema sanitario pubblico, ma dico, se devo scegliere, più modello emiliano che modello pugliese". La gestione nella regione Puglia non gli è piaciuta moltissimo e "se proprio devo prendere un modello, preferisco quello dell'Emilia Romagna. In Puglia non funziona bene ed è stato realizzato anche da parte del Pd".

Caso Ilva: "I Riva, macchina sputasoldi"
Infine, Renzi affronta anche lo scottante capitolo Ilva, dicendo che "i Riva hanno finanziato gli uni e gli altri, più la destra ma anche la sinistra. Me no, è bene essere chiari. Per me i Riva devono bonificare. Hanno dato alla famiglia Riva una macchina 'sputasoldi' e non li si è obbligati alla bonifica ambientale. Ora non li si può obbligare a pagare un miliardo cash ma a dare le garanzie bancarie sì; dammi le garanzie che lo fai".

"Io sono per tenere insieme l'esigenza di lavoro con la bonifica ambientale. L'Ilva e altri 57 siti che hanno esigenze di bonifica ambientale avrebbero bisogno di un piano a 5-10-15 anni. Un Paese serio fa così, interviene sull'emergenza ma progetta il futuro".

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