Imi-Sir, parla il vicepresidente Csm
"Non c'è nessun governo delle toghe; c'è il governo della Repubblica, c'è la Costituzione che tutto ingloba, assegnando a ciascuno il proprio posto: all'ordine giudiziario come al potere esecutivo e a quello legislativo; c'e il Capo dello Stato garante e custode della Costituzione". Lo si legge in una nota del vicepresidente del Csm Virginio Rognoni, a proposito della sentenza della Cassazione sui processi di Milano in materia di legittimo sospetto.
"Non c'e' nessun governo delle toghe; c'e' il governo della Repubblica, che ha la fiducia del Parlamento". E' questa dunque la principale delle puntualizzazioni fatte Virginio Rognoni -vicepresidente del Csm, l'organo di autogoverno della magistratura presieduto dal Capo dello Stato- dopo le dichiarazioni televisive fatte da Silvio Berlusconi con riferimento alla pronuncia della Cassazione sui processi di Milano. "C'e' la Costituzione che tutto ingloba - ha fatto osservare Rognoni - assegnando a ciascuno il proprio posto: all'ordine giudiziario come al potere esecutivo e a quello legislativo; c'e' il Capo dello Stato garante e custode della Costituzione". "Come altri, non meno di altri - ha ancora voluto sottolineare il vicario del Capo dello Stato a Palazzo dei Marescialli - i giudici fanno il loro dovere: valutano i fatti del processo, interpretano e applicano la legge. L'amministrazione della giustizia 'in nome del popolo' e' questa". Parole forti non solo in difesa della correttezza dell'operato della Cassazione ma anche in risposta alle accuse di "politicizzazione" mosse alla magistratura. "Gli attacchi alla magistratura - al proposito ha successivamente dichiarato Rognoni - non mi sembrano giustificati". "L'amministrazione della giustizia in nome del popolo e' quella del giudice che giudica i fatti del processo, interpreta la legge e applica la legge al caso concreto". E dopo aver auspicato il ritorno ad un clima sereno "per consentire al cittadino di avere un servizio giustizia esemplare": "occorre che ognuno stia nel posto che la Costituzione gli impone. La separazione dei poteri bisogna coltivarla ogni giorno e sta nella cultura italiana, nella cultura e nella consapevolezza della magistratura".
"Legislazione rancorosa" Rognoni avverte che il magistrato "non puo' essere lasciato senza ascolto e senza voce", che la sua imparzialita' "e' sancita dalla Costituzione"; e sostiene che "tutti devono aiutare il cittadino ad essere persuaso che il giudice che rende giustizia e' imparziale". Rognoni non ha dubbi: "I magistrati italiani sono agguerriti nella cultura della giustizia e imparziali". E a loro riserva un riconoscimento: "Avete dimostrato compostezza e riserbo in un momento delicatissimo".
"Il Paese ha bisogno di riforme di carattere generale e di una distensione del quadro politico. Una legislazione rancorosa non fa strada". E' il monito che lancia dal Congresso di Unita' per la Costituzione il vice presidente del Csm, Virginio Rognoni. E nella stessa sede torna sugli attacchi ai magistrati . Attacchi che "vengono registrati con grande amarezza e che vanno respinti con determinazione e nettezza, senza iattanze". "Il giudice fa il proprio dovere, non meno di altri - sottolinea il numero due di Palazzo dei Marescialli -. Il suo compito e' valutare i fatti processuali e applicare la legge. Questa non e' un'immagine giacobina", aggiunge Rognoni.