Consiglio dei ministri rovente oggi dopo la fiducia, dal rendiconto al nodo Bankitalia
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Potrebbe non essere solo la fiducia lo scoglio che oggi il governo si appresta ad affrontare. Subito dopo il voto è già stato convocato, per le 14, un Consiglio dei ministri che deve approvare il nuovo rendiconto dello Stato da ripresentare al Parlamento e discuterà anche la legge di Stabilità. E qui, il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo si chiama fuori. "Non voterò una legge che cancella il mio ministero", ha detto.
La legge di stabilità, di fatto, trancia di netto gli stanziamenti all'Ambiente. Nel Cdm di oggi dovrebbero essere varate le tabelle con i budget dei diveri ministeri e, dall'anticipo dei contenuti della normativa, pare che gli scontenti si stiano moltiplicando. Già ieri c'era stato lo scontro tra il ministero dell'Economia Giulio Tremonti e quello dello Sviluppo Paolo Romani, furioso perchè gli sono state sottratte le risorse necessarie alle tlc e alla banda larga. Poi, si è aggiunta anche la Prestigiacomo.
Lo scenario non può certo lasciare tranquillo il presidentedel Consiglio, Silvio Berlusconi, consapevole che sul rilanciodell'economia è aggrappato il tentativo di tenere insieme lamaggioranza. Legge di stabilità, decreto sviluppo, nomina delnuovo governatore di Bankitalia: sono questi tre passaggi fondamentali nell'agenda delpremier.
Consulto con Tremonti
Tutti e tre, tuttavia, dipendono inesorabilmente daTremonti. Il Cavaliere ieri si è chiuso alla Camera per 40minuti con il suo ministro chiedendogli di sbrogliare la matassadel ddl Stabilità e di non ignorare le doglianze dei suoicolleghi. In privato, come spesso accade, le parole del premiernei confronti del ministro dell'Economia sono più tranchantsebbene condite dalla consapevolezza che in questo momentobisogna stare assieme. D'altra parte è assai improbabile che losfogo di Paolo Romani non avesse il sostegno del Cavaliere.
La vera battaglia, insomma, non è quella della fiducia alla Camera. Il terreno di scontro sarà il dlsviluppo. Berlusconi insiste con Tremonti perché sia a costozero e il ministro dice no. Cercando ogni volta di "proteggersi"dietro il cosiddetto asse del Nord con Umberto Bossi, che già èstato "provvidenziale" per far perdere punti al progetto condono. Il fatto è che sul decreto sviluppo si sono concentrateanche le attenzioni dei cosiddetti scajoliani e di moltimalpancisti in ordine sparso della maggioranza. A Berlusconitocca poi risolvere un'altra questione che si trascina da troppotempo: quella del prossimo governatore della Banca d'Italia,prerogativa che peraltro la Costituzione assegna direttamente alui. Saccomanni, Grilli, Bini Smaghi, ma anche altri nomi nellarosa: sulla scelta a pesare sono i veti incrociati. Ma il tempostringe e Mario Draghi assumerà il ruolo di numero uno della Bceil primo novembre: per il 23 ottobre i capi di Stato e digoverno si vedranno a Bruxelles mentre il 24 si riunirà ilConsiglio superiore della Banca d'Italia.