Mare o piscina

Nuotare in acqua alta? No grazie

Non sta a galla il 43% degli italiani

14 Lug 2011 - 17:48
 © Dal Web

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La tradizione vuole che gli italiani siano un popolo di navigatori, ma la realtà è che con l'acqua abbiamo poca dimestichezza. Anche se il nostro Paese ha ben  8mila km di coste, il nostro rapporto con il nuoto è decisamente difficile: quasi la metà dei nostri connazionali non ne è capace, e comunque non si avventura dove non si tocca. In 30 anni in Italia quasi 25.000 persone sono annegate e il rischio è particolarmente elevato nel caso dei bambini. Ecco allora come comportarsi al mare e in piscina per non rischiare brutte esperienze.  

I dati vengono da uno studio sugli incidenti in acqua realizzato dall'Associazione Acquatic Education, promotrice della campagna - sostenuta dal ministero della Salute - 'Acquaticità e Sicurezza 0/12 anni – Dai primi bagnetti alla prima scoperta del mare'. L'obiettivo è offrire una sorta di guida per accompagnare i genitori nell'educazione ad un sano rapporto con l'acqua: si tratta di regole semplici, da adottare nella vasca di casa, in piscina o in spiaggia, contenute in un dvd che sarà distribuito nei reparti maternità alle neo mamme, o scaricabili dal sito del ministero della Salute. Del resto i numeri parlano chiaro: secondo l'Oms ogni anno, in Europa, perdono la vita circa 5.000 bambini tra 1 e 4 anni e, nei Paesi industrializzati la maggior parte degli annegamenti e semi-annegamenti che coinvolgono i bambini avvengono nelle piscine private e pubbliche.
Se i bambini sono soggetti particolarmente a rischio, neppure gli adulti italiani, si distinguono per le capacità natatorie: il 43% di loro non sa nuotare, o lo fa in modo approssimativo, e il 50% ha paura dell'acqua alta. La piscina, comunque, nasconde molte più insidie del mare: le onde, probabilmente, incutono più timore e vengono affrontate con maggiore cautela. Ecco allora, quando ci si trova in piscina, pericoli e le insidie di cui non siamo del tutto consapevoli e da cui occorre stare in guardia. Le più comuni sono cadute, shock termico, infezioni varie e, al limite, l'annegamento. Per prevenire queste situazioni, ecco che cosa si deve fare. 
Innanzi tutto, mai fare il bagno a stomaco pieno, ma attendere dopo un pasto almeno 3 ore; evitare di tuffarsi sudati in acqua, ma abituare gradualmente il corpo all'immersione; se non si è sicuri nel nuoto, evitare di avventurarsi dove la vasca è profonda con materassini o oggetti gonfiabili ausiliari.  Attenzione anche all'intrappolamento dei capelli in corrispondenza delle uscite dell'acqua; non fare sforzi fisici intensi prima di entrare in vasca; per la discesa in vasca, se non ci si tuffa, utilizzare le apposite scalette; per la fuoriuscita dalla vasca, non risalire appoggiandosi ai bordi che potrebbero risultare scivolosi per la presenza di acqua, ma utilizzare le apposite scalette.
Per prevenire gli infortuni in piscina è anche importante evitare l'iperventilazione forzata prima del nuoto in apnea; sospendere il bagno in caso di comparsa di crampi; evitare di bere bibite fredde dopo il bagno. Una particolare attenzione va usata con i bambini, sia perché sono i più "spericolati" davanti a piscine e acquascivoli. Anche se l'ambiente acquatico può essere considerato naturale per il bambino, non va mai considerato sicuro. I piccoli devono dunque essere sorvegliati attentamente e mai lasciati soli in acqua o a bordo vasca. Può anche essere opportuno l'utilizzo di scarpette antiscivolo.

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