Strano incontro a casa del capo Rcs
Cosa ci facevano l'ingegner Salvatore Ligresti e Cesare Romiti insieme a pranzo nella casa di campagna del presidente Rcs? Se lo chiede Roberto D'Agostino dopo essere venuto a sapere dello strano meeting avvenuto qualche settimana fa nella campagna romana. Papà Cesare con i figli Maurizio e Pier Giorgio da un lato del tavolo, Ligresti con i suoi ragazzi Lionella, Giulia e Paolo, dall'altro. L'anno scorso Ligresti aveva tentato l'ingresso nella proprietà del Corriere. Che si stia preparando un nuovo assalto a via Solferino? Troppo presto per dirlo...
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C'è una trattoria a Roma, a due passi da via XX Settembre dove, tra piatti e pentolacce, nel primo autunno dello scorso anno Salvatore Ligresti annunciò ai suoi fedelissimi la lieta novella: il suo ingresso nella proprietà del Corriere della Sera era cosa praticamente fatta. Questione di dettagli. Con buona pace dei suoi (tanti) nemici. A dare il via libera all'operazione era stato l'allora amministratore delegato di Mediobanca, Cipresso Maranghi. Un sì, il suo, sofferto. Nel tentativo di salvare ancora una volta il suo cadreghino. Ma Cesare Romiti, nume tutelare dell'ex Hdp, prese le sue contromisure. Chiamò in via Turati il kaiser Tatò per bloccare quello che considerava un assalto al suo Corrierone. Una mossa risultata azzeccata. Incassato il prezzo (salato) della corsa, Taxi-Tatò lasciò ben presto la poltrona presidenziale di via Rizzoli a Guido Roberto Vitale - il cattivo profeta che a poche ore dell'avvicendamento direzionale al Corrierone annunciò sulla copertina di Prima Comunicazione che Flebuccio sarebbe rimasto per altri dieci anni.
Dal giorno dello strappo Romiti-Ligresti molta acqua è passata sotto i ponti di piazzetta Cuccia. Maranghi, con il contributo determinante di Ligresti, è stato cacciato dal Tempio della finanza laica. E il cambio della guardia in via Solferino, con il passaggio del testimone tra de Bortoli e Folli, ha rivelato le debolezze della famiglia Romiti all'interno del patto di sindacato. Così il presidente dell'Rcs ha ripreso a tessere la tela per evitare che già prima della scadenza di quel patto (aprile 2004) i nuovi padroni di Mediobanca (Profumo, Geronzi e Bazoli) gli facciano qualche tiro mancino; come va raccontando in giro Cossiga. Alcune settimane fa, giocando di rimessa proprio alla viglia del cambio della guardia in via Solferino, Romiti ha accettato d'incontrare Ligresti nella sua casa di campagna romana sulla via Nomentana. Un rendezvous cordiale e proficuo. Papà Cesare era accompagnato dai figli Maurizio (Rcs Media Group) e da Pier Giorgio (Impregilo). Ad accoglierli c'erano l'ingegnere con i suoi ragazzi Jonella, Giulia e Paolo. Da qui a parlare di un imminente ingresso dei Ligresti nella proprietà del Corriere ce ne passa. Ma tra il Dottore e l'Ingegnere c'è stato l'atteso chiarimento. Papà Ligresti ha spiegato a papà Cesare che lui non rappresenta né gli interessi di Silvio Berlusconi né di altri. E che a garantire l'autonomia e l'indipendenza del quotidiano milanese resterebbero i Romiti. Se sono rose (di carta) fioriranno in via Solferino.