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Contro i cambiamenti climatici il futuro è la sostenibilità nell'orticoltura

Investimenti e innovazione possono fare la differenza: l’esempio di Selenella, che ha fatto dell’impegno ambientale e sociale una storia di successo

Al centro di una sempre maggiore attenzione nel corso degli ultimi anni, la sostenibilità è ora uno dei pilastri fondamentali per il dopo-Covid, tanto da essere inserita – oltre che nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e nel Green Deal europeo – tra le priorità dei Recovery plan, compreso quello italiano. E se per molte aziende la “svolta sostenibile” potrà essere un impegno importante e gravoso, per altre si tratterà semplicemente della prosecuzione di politiche di sviluppo che già da anni vengono applicate alle produzioni.

Le nuove sfide

 E’ il caso di Selenella – Consorzio Patata Italiana di Qualità, che da sempre punta, per la sua gamma di prodotti fonte di selenio (patate, carote, cipolle e ultimamente anche scalogno) sulla sostenibilità della produzione grazie a tecniche di coltivazione all’avanguardia, risultato di un grande sforzo di investimenti nella ricerca e nell’innovazione. L’obiettivo è quello di ridurre l’impatto delle coltivazioni dando una risposta concreta non solo alle esigenze dei consumatori, sempre più attenti a questo aspetto, ma anche trovando soluzioni che consentano di affrontare sfide fontamentali per il futuro ed emergenze come quella della lotta al riscaldamento globale.

 

La responsabilità delle aziende

Il cambiamento climatico, spiega Massimo Cristiani, presidente di Selenella – Consorzio Patata Italiana di Qualitàè un fatto incontrovertibile”, e per questo motivo le realtà che hanno un ruolo diretto e attivo nei confronti della terra e delle altre risorse naturali “non possono non mettere in atto azioni e progetti dedicati a ridurre l’impatto delle produzioni. Dobbiamo, anzi, lavorare per rendere il nostro lavoro un’opportunità per il miglioramento e lo sviluppo di buone pratiche per l’ambiente e per il consumatore”.

 

Pratiche vincenti

Pratiche, come la distribuzione delle colture in più areali lungo la Penisola, che hanno consentito al Consorzio di mantenere stabile nel 2021 la disponibilità di prodotti di qualità e di volumi di vendita nonostante, nel mese di giugno, si sia registrato un significativo aumento medio delle temperature rispetto all’anno prima.

 

Ricerca e innovazione

Il progetto Selenella, chiarisce Cristiani, “è nato proprio con l’obiettivo di dar vita a una pataticoltura attenta alle esigenze del consumatore e dell’ambiente”. E nel tempo questa sensibilità si è tradotta “in un programma di investimenti in ricerca e innovazione che ci ha consentito di sviluppare un modello produttivo sostenibile a 360 gradi, capace di restituire valore a tutta la filiera. Ma anche una scelta divenuta ancora più necessaria a causa delle pesanti conseguenze legate al cambiamento climatico”.

 

Il green di successo

Anno dopo anno, la scelta di sostenibilità di Selenella – Consorzio Patata Italiana di Qualità ha pagato non solo in termini di difesa dell’ambiente (con un impatto ambientale ridotto, la corretta gestione delle risorse idriche, l’utilizzo limitato di prodotti chimici e con la riduzione degli sprechi grazie alla lunga conservabilità del prodotto) ma anche di risultati, a dimostrazione del fatto che uno sviluppo sostenibile – in termini non solo ambientali ma anche sociali ed economici – è non solo possibile ma anche vincente.

 

Qualità e valore

Oggi il Consorzio, che annovera 10 soci a cui fanno capo ben 320 produttori su tutto il territorio nazionale, prevalentemente in Emilia-Romagna, produce 60mila tonnellate all’anno di patate di alta qualità ed è leader nel settore delle patate confezionate con il 20,1% di quota di mercato a valore. E attraverso il progetto “Qualità e tutela del valore” garantisce la qualità dei suoi prodotti attraverso a un disciplinare stringente e il ricorso a sistemi di produzione integrata, validati da certificazioni di prodotto, tracciabilità e impatto ambientale. E riconosce ai produttori un minimo garantito per le produzioni, mettendoli al riparo delle oscillazioni di mercato per tutelare la redditività dell’intera filiera.