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Guerra dei dazi: come diversificare gli investimenti per difendersi dall'impatto sui mercati

Guerra dei dazi: come diversificare gli investimenti per difendersi dall'impatto sui mercati - foto 1
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I dazi stanno sempre più diventando uno strumento di politica estera ed economica.

A livello internazionale si è scatenata una vera e propria guerra, in particolare tra Stati Uniti e Cina, e questo botta e risposta in termini di gabelle ha delle ripercussioni anche sui mercati.

La guerra dei dazi
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha messo nel mirino i principali partner commerciali: Cina, Canada, Messico, Germania e Corea del Sud. L'amministrazione Usa ha iniziato ad introdurre nuovi dazi su lavatrici e pannelli solari, lo scorso gennaio, colpendo principalmente Cina, Corea del Sud e Messico. Alla fine di luglio la prima tranche da 50 miliardi di dazi contro la Cina sono diventati effettivi.

La risposta cinese
Il 24 settembre circa 200 miliardi di prodotti cinesi sono stati colpiti dalle nuove tariffe, e il gigante asiatico ha risposto per le rime, con un aumento delle tariffe su circa 60 miliardi di prodotti americani. Fino ad oggi abbiamo assistito alla puntuale risposta della Cina che, colpo su colpo, ha messo in atto misure per contrastare quelle volute dal presidente Trump.

Il commercio mondiale
L'aumento della tensione commerciale, però, non ha avuto sinora un impatto rilevante sulle previsioni di crescita. L'Organizzazione mondiale del commercio, Wto, ha rivisto le previsioni di crescita per il biennio 2018-2019, che si attestano intorno al +3,9 per cento nel 2018 e al +3,7 per cento nel 2019. Rispetto al 2017 (+4,7 per cento) il calo è leggero. Leggendo i dati riportati nel grafico di Moneyfarm, il 2017 è stato un anno positivo per il commercio mondiale, con la crescita del volume degli scambi che ha superato la crescita del Pil, per la prima volta in una decade.

Le ripercussioni sui mercati
Nel medio termine le tensioni legate alla politica commerciale potrebbero portare turbolenza sui mercati finanziari, con un impatto sulle aspettative di crescita globale. Se le tariffe salgono, aumentano i costi di produzione industriali, e questo si tradurrebbe in inflazione, con una conseguente reazione delle banche centrali. In termini di investimenti, lo scenario globale invita alla cautela. Per l'azionariato, considerata la guerra commerciale in atto, in una visione di medio periodo, sembrano esserci maggiori possibilità guardando gli emergenti, rispetto agli sviluppati. In generale, lo scenario potrebbe essere maggiormente positivo in Europa, rispetto agli Stati Uniti.