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Transizione ecologica, da Intesa Sanpaolo 76 miliardi per l'autonomia energetica delle imprese italiane

Il gruppo bancario italiano lancia un nuovo programma di supporto agli investimenti green e firma un accordo con Anci per dare impulso alle Cer

Mentre l’Europa chiede agli Stati del continente di dar vita a una rivoluzione green che possa ridurre le emissioni di gas serra nell’Unione del 55% entro il 2023, il gruppo Intesa Sanpaolo raccoglie la sfida e lancia un programma ambizioso che punta a favorire gli investimenti in fonti rinnovabili.

Il progetto, dal titolo “Motore Italia Transizione Energetica” ha l’obiettivo di incentivare la transizione ecologica sostenibile, rendendo le imprese italiane competitive sui mercati internazionali.

 

Sappiamo quanto sia importante l’autoproduzione di energia per un Paese industriale come il nostro – sottolinea Stefano Barrese, responsabile Divisione Banca dei Territori Intesa Sanpaolo – Questa iniziativa, che va verso l’autoproduzione di energia attraverso il fotovoltaico o le altre rinnovabili, e poi la possibilità di utilizzare l’eccesso prodotto, a favore delle comunità, rappresenta un elemento per noi estremamente significativo. Si va a creare una filiera dell’energia che parte dall’industria e arriva fino alle famiglie. In questo la banca può garantire adeguati investimenti, grazie anche al supporto di un partner importante come Sace”.

 

Un progetto che si inserisce in un contesto economico ed energetico del Paese che ha affrontato le turbolenze internazionali degli ultimi anni, come sottolineato dai dati presentati da Gregorio De Felice, Chief Economist Intesa Sanpaolo: “Abbiamo superato l’emergenza, quella derivata dalla troppa dipendenza dal gas russo. Ne abbiamo più che dimezzata la quota, diversificando. Però il gas naturale rimane ancora la principale fonte energetica: 2/3 per il riscaldamento, mentre circa il 40% per l’elettricità. Questo va modificato, per il bene di tutti. Producendo poco gas, questo tema diventa di sicurezza nazionale. Dobbiamo puntare molto di più sulle rinnovabili”.

  

In quest’ottica, il gruppo bancario italiano ha scelto di sostenere il Pnrr stanziando 410 miliardi di euro fino al 2026, dei quali 120 per le piccole e medie imprese. E nello specifico prevedendo un plafond da 76 miliardi per effettuare investimenti in impianti volti alla produzione di energie green.

 

E c’è di più, perché Intesa Sanpaolo ha anche siglato un accordo con Anci per promuovere la diffusione delle comunità energetiche rinnovabili: ovvero gruppi di famiglie, imprese, enti del terzo settore, che scelgono di unirsi per autoprodurre e consumare energia elettrica da fonti rinnovabili, rendendo l’energia «condivisibile a KM-zero».

 

Le comunità energetiche rappresentano un pezzo della transizione energetica – sottolinea Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani – i Comuni possono fare da soggetto aggregatore, da produttore di energia, avendo vantaggi economici per il risparmio energetico, per la vendita dell’energia che esce dall’autoconsumo o vantaggi dal punto di vista sociale per la propria comunità – prosegue Decaro – Pensiamo al contrasto alla povertà energetica, all’aiuto nei confronti delle famiglie più fragili o la possibilità di ripopolare i piccoli borghi, che vedono nelle Cer un elemento attrattivo per tornare nei Comuni più piccoli”.

 

Una progettualità virtuosa di autoproduzione energetica, quindi, che aiuterà a far fronte ai nuovi obiettivi fissati al 2030 che hanno innalzato al 65% la quota di energie rinnovabili rispetto alla domanda elettrica complessiva. Questo comporterà per l’Italia una quota incrementale di sviluppo di energia rinnovabile elettrica pari a 75 GW, che richiederebbero oltre 80 miliardi di nuovi investimenti. Per produrre l’energia che manca potrebbe essere utile sfruttare i tetti delle aziende italiane.

 

Secondo uno studio condotto da Cerved sono oltre 100mila i tetti industriali disponibili per accogliere impianti fotovoltaici, che permetterebbero di facilitare la transizione ecologica sostenibile italiana.

 

Questi 110mila tetti, corrispondono a un milione e duecento mila metri quadri  - sottolinea Stefano Barrese - installando pannelli solari potremmo colmare quasi metà di quel gap di circa 75GW, che è quello che ci serve per raggiungere gli obiettivi che l’Europa ci ha imposto".