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Anas scrive il futuro della viabilità: tecnologia e innovazione per rendere le strade più sicure

Dalla manutenzione alle smart road, un piano da 44 miliardi per la mobilità che cambia. Con un obiettivo: dimezzare le vittime della strada entro il 2032

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Un piano da 44 miliardi di euro, mille nuove gare in uscita e tecnologie intelligenti per rendere più sicura e sostenibile la rete stradale nazionale. Anas accelera sulla modernizzazione della mobilità italiana con un programma senza precedenti, fatto di manutenzione straordinaria, infrastrutture digitali e interventi capillari su tutto il territorio. “Abbiamo già pianificato l’utilizzo dell’intero ammontare del piano 2021-2025 - spiega l’amministratore delegato, Claudio Andrea Gemme -. Nei prossimi mesi lanceremo le gare per potenziare, riparare e innovare”.

Una rete strategica che copre tutto il Paese

  Anas gestisce oggi oltre 32mila chilometri di strade, collega direttamente 3.500 comuni italiani e controlla più di 18mila ponti e 2mila gallerie. Numeri che parlano di un’infrastruttura cruciale per il Paese, attraversata ogni giorno da circa 8 milioni di persone. Ma le sfide non si limitano ai grandi numeri. La società, che si prepara a compiere 100 anni, si trova ogni giorno a fare i conti con un territorio fragile, condizioni meteorologiche estreme ed emergenze frequenti. “Interveniamo quotidianamente - sottolinea Gemme -, abbiamo una rete capillare di compartimenti regionali pronti ad agire in tempo reale in caso di emergenza, con 8.200 dipendenti diretti e un indotto di oltre 50mila persone”.

Smart road, il futuro della mobilità

  Ma la vera svolta è tecnologica. Anas sta investendo in smart road,  infrastrutture connesse in grado di dialogare con i veicoli, monitorare il traffico e prevenire incidenti. Già attiva sulla Roma-Fiumicino, la tecnologia è pensata per integrarsi con i moderni sistemi di bordo, offrendo dati in tempo reale su pericoli imminenti, condizioni di guida e ostacoli sulla carreggiata. “Quando costruiamo un nuovo ponte, non possiamo farlo senza integrare sensori, AI e strumenti predittivi. La sicurezza è un must, va progettata insieme all’infrastruttura”, dichiara Gemme. L’obiettivo dichiarato è abbattere la mortalità sulle strade italiane del 50% entro il 2032. Un traguardo ambizioso, ma coerente con una visione industriale che unisce ingegneria, sostenibilità e trasformazione digitale.

Il ritorno delle strade provinciali sotto la regia di Anas

  Nel frattempo, Anas continua a recuperare il controllo delle cosiddette strade di rientro, quelle arterie un tempo affidate alle province e oggi tornate sotto la responsabilità della società. “Spesso le riceviamo in condizioni tutt'altro che brillanti, richiedono interventi urgenti e costosi - spiega Gemme -. Li affrontiamo ogni giorno, consapevoli che i cittadini ci identificano come gestori, anche quando la storia amministrativa di quelle strade è ben più complessa. Solo per la manutenzione mettiamo in campo circa 2 miliardi di euro all’anno”.

Una visione fondata su tre assi strategici

  Emergenza, programmazione, sicurezza: è attorno a questi tre assi strategici che si struttura oggi la missione di Anas. Un’azienda che, pur affondando le sue radici in quasi un secolo di storia, si muove con l’obiettivo di anticipare il futuro. “Abbiamo imparato a gestire le complessità, grazie alla grande esperienza interna - conclude Gemme -. Il nostro compito è dare risposte tempestive, affidabili e sostenibili. Perché la mobilità di domani si costruisce oggi”.

I contenuti di questa pagina sono stati prodotti integralmente da Anas

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