Mario Draghi è tornato a parlare del presente e del futuro del settore automotive. Ecco le dichiarazioni dell'ex Presidente della BCE.
© Ansa
Dopo appena un anno dal rapporto sulla competitività, Mario Draghi ha ribadito alla Commissione Europea che per il settore automotive non è stato fatto nulla e che servono risposte rapide e concrete.
Senza troppo girarci intorno, Mario Draghi è tornato a esprimere il suo pensiero in merito al momento e soprattutto al futuro del settore automotive. Riportiamo fedelmente alcune delle dichiarazioni odierne del Prof.Mario Draghi in occasione della Conferenza organizzata a Bruxelles dalla Commissione europea. “Mentre procediamo con la decarbonizzazione, la transizione deve essere anche flessibile e pragmatica. La Commissione ha alleggerito alcuni dei requisiti di rendicontazione più onerosi attraverso il suo Omnibus sulla sostenibilità. Tuttavia, in alcuni settori, come quello automobilistico, gli obiettivi si basano su ipotesi che non sono più valide".
© Ansa
Mario Draghi è entrato poi nel dettaglio delle criticità riscontrate, che definiscono oggi lo stato della questione. "La scadenza del 2035 per l’azzeramento delle emissioni di scarico avrebbe dovuto innescare un circolo virtuoso: obiettivi precisi avrebbero stimolato gli investimenti nelle infrastrutture di ricarica, fatto crescere il mercato interno, stimolato l’innovazione in Europa e reso più economici i modelli di veicoli elettrici. Si prevedeva che i settori adiacenti, come quello delle batterie e dei chip, si sarebbero sviluppati parallelamente, sostenuti da una politica industriale mirata. Ma ciò non è avvenuto. L’installazione di punti di ricarica deve accelerare di tre o quattro volte nei prossimi cinque anni per raggiungere una copertura adeguata. Il mercato dei veicoli elettrici è cresciuto più lentamente del previsto".
© Ansa
Nel suo intervento, Mario Draghi sembra già aver archiviato il periodo fallimentare e guarda avanti. "L’innovazione europea è rimasta indietro, i modelli rimangono costosi e la politica della catena di approvvigionamento è frammentata. In realtà, il parco auto europeo di 250 milioni di veicoli sta invecchiando e le emissioni di CO2 sono diminuite di poco negli ultimi anni. Come suggerito nella relazione, la prossima revisione del regolamento sulle emissioni di CO2 dovrebbe seguire un approccio tecnologicamente neutro e fare il punto sugli sviluppi del mercato e della tecnologia. È inoltre necessario un approccio congiunto per l’aumento dei veicoli elettrici, che copra le catene di approvvigionamento, le esigenze infrastrutturali e il potenziale dei combustibili a emissioni zero. Nei prossimi mesi, il settore automobilistico metterà alla prova la capacità dell’Europa di allineare la regolamentazione, le infrastrutture e lo sviluppo della catena di approvvigionamento in una strategia coerente per un’industria che impiega oltre 13 milioni di persone lungo tutta la catena del valore”.