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La rinascita di Testadoro

Il marchio torinese torna alla ribalta sotto la guida di Dario Pasqualini, artista di Cumiana (TO). Prende vita la Testadoro Barchetta 1951, di cui vi raccontiamo la storia e le sue caratteristiche. 

La rinascita di Testadoro<br />
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Ufficio stampa Testadoro

Il marchio Testadoro, Casa costruttrice di automobili attiva a Torino dal 1946 al 1949, torna a risplendere sotto la cura di Pasqualini, dopo essere stato inattivo per quasi settanta anni.

La Testadoro Barchetta 1951 è un nuovo modello basato su un progetto esistente, che riporta in auge la storia motoristica artigianale torinese, capace ancora oggi di realizzare vetture Sport nello stesso spirito dell’epoca, attraverso la maestria di ogni singolo professionista.

 

Tutto iniziò con una ricerca

 Nel 2017 Dario Pasqualini stava curiosando nella tradizione torinese nel campo della carrozzeria artigianale e del design applicato all’automobile, quando si imbatté in Testadoro e nella sua affascinante storia. Il pensiero all’acquisizione fu immediato e nel 2019 rilevò e registrò il marchio Testadoro.

 

La prima opera della rinata Testadoro venne realizzata durante la pandemia, nel buio di una officina alle porte di Torino. In occasione del 75° anniversario della fondazione del marchio Testadoro, è stato così ripreso un progetto lasciato incompiuto dal 1951: una barchetta progettata per la classe 1100 Sport Internazionale, dotata di un motore originale Fiat 1100 B profondamente modificato secondo le specifiche Testadoro.

 

La rinascita di Testadoro<br />
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Ufficio stampa Testadoro

 

La storia della barchetta Testadoro

 La vettura in corso di realizzazione doveva confrontarsi con la concorrenza nella classe Sport 1100. Il progetto era di un’auto con carrozzeria estremante bassa, filante e aerodinamica, unita a un telaio nato per rappresentare la massima evoluzione delle vetture Sport alla soglia degli anni ‘50. Il telaio era composto da una base con longheroni in tubi di robusta sezione in acciaio al Cromo-Molibdeno e da una porzione superiore in tubi di minor sezione, che garantivano rigidità longitudinali e trasversali.

 

Il passo era generoso (2.400 mm) e questo donava alla barchetta l’aspetto di un’auto di classe superiore. Sebbene il progetto fosse giunto fino al livello di definizione finale, si fermò a causa del ritiro di Giusti (il fondatore) dal mondo dell’auto. I disegni finali sono datati 1951, per cui lo sviluppo proseguì anche dopo il ritiro del fondatore, probabilmente perché si tentò di rivendere il progetto ad altri costruttori.

 

La storia ricomincia poi con Dario Pasqualini, che decise di completare la costruzione della vettura con il supporto dello specialista dei telai tubolari, Martino Colombo di Milano, cugino del celebre Gilberto che progettò e costruì i telai per le Testadoro degli anni ‘40.

 

Pasqualini si è occupato della progettazione esecutiva, del disegno della carrozzeria e della realizzazione del mascherone in legno per la successiva battitura della pelle in alluminio, mentre la creazione della carrozzeria è stata affidata alla Martelleria Giacometto di Cumiana (TO). Il telaio è stato costruito da uno specialista di Cumiana, coerentemente ai disegni originali nella sua parte superiore con tubi di produzione Trafiltubi, azienda fondata da Gilberto Colombo.

 

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Ufficio stampa Testadoro

 

Le altre caratteristiche della rinata Testadoro

 La parte meccanica è stata completamente revisionata, con particolare attenzione al motore. In mancanza di una testata Testadoro per Fiat 1100, non disponibile sul mercato, si è deciso di revisionare profondamente l’unità Fiat di partenza, mantenendo però l’albero a camme nel basamento e la distribuzione ad aste e bilancieri. Sono state inoltre disegnate e realizzate una nuova coppa dell’olio maggiorata e un coperchio valvole su disegno esclusivo Testadoro in alluminio.

 

Purtroppo, a causa della scoperta di due crepe nel basamento originario, è stato necessario sostituire il monoblocco con un Fiat 1100 103R. Ha preso così vita la Testadoro Barchetta 1951, omaggio allo spirito delle vetture Sport prodotte a cavallo degli anni ’50 e, soprattutto, ai loro creatori.

 

La passione di Dario Pasqualini

 Dario Pasqualini è nato a Rivoli (TO) nel 1971 ed è cresciuto a pochi passi dagli stabilimenti Fiat di Rivalta. Ha abbandonato gli studi di Architettura dopo il terzo anno, dedicandosi alla carriera professionale nel campo del controllo e assicurazione qualità su prodotti siderurgici, ispezioni e collaudi. Ha ricoperto il ruolo di esperto tecnico di parte civile (Bandini automobili) in un processo contro falsificatori di auto d’epoca, che ha portato alla condanna di questi ultimi.

 

Appassionato di automobilismo torinese, si è interessato agli strumenti e ai metodi utilizzati negli anni ‘50 e ‘60 per la definizione dello stile e la realizzazione delle vetture che hanno reso celebre le grandi carrozzerie subalpine. Questo percorso lo ha portato a scoprire e a innamorarsi del marchio Testadoro, per giungere, infine, alla sua acquisizione.

 

Come Giorgio Giusti nel passato, anche Dario Pasqualini si onora di far parte del Racing Club 19, che annoverava tra i suoi membri alcuni dei grandi protagonisti dell’automobilismo italiano, tra i quali Enrico Nardi, Nuccio Bertone, Nino Farina, Alberto Ascari, Umberto Agnelli e Carlo Biscaretti di Ruffia.

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