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Incentivi statali sullʼauto, urgente il rifinanziamento

Nuovi strumenti di politica industriale; incentivi strutturali per il rinnovo del parco circolante; diffusione delle infrastrutture di ricarica; riforma fiscale

Nuovi strumenti di politica industriale; incentivi strutturali per il rinnovo del parco circolante; diffusione delle infrastrutture di ricarica per veicoli elettrificati; riforma fiscale sull’auto. Sono queste le richieste che Anfia, Federauto e Unrae avanzano nei confronti dellʼesecutivo Draghi per far uscire dalle secche il settore auto in Italia.

Un poker di misure che vale come un vero e proprio piano strategico per mettersi alle spalle la pandemia e guardare al futuro con fiducia. Il 2020 è stato un annus horribilis per tutti, per il settore auto ha significato il tracollo di vendite sul mercato, 100 milioni di ore di cassa integrazione per i lavoratori della filiera, il ritardo nel processo dʼinnovazione ed elettrificazione. Perché tra lʼaltro il parco circolante italiano è tra i più vecchi d’Europa, con un’età media di 11,5 anni contro gli 8 anni del Regno Unito e i 9 di Germania e Francia. All’attuale ritmo di sostituzione, per rinnovare l’intero parco italiano ci vorrebbero 27 anni!

 

Ecco allora lʼurgenza di rifinanziare gli incentivi statali, in via di esaurimento, e magari rendere strutturale fino al 2026 l’ecobonus per favorire il ricambio del parco circolante. Allo stesso tempo sembra ormai necessario ripensare un settore che ha subito profondi cambiamenti negli ultimi anni (si pensi al boom del car sharing, del noleggio a lungo termine, dei leasing per privati), avviando una riforma fiscale complessiva del settore, con un occhio alle auto aziendali delle imprese italiane oggi penalizzate rispetto agli altri.

 

Paolo Scudieri, Presidente di Anfia, lʼassociazione dei costruttori nazionali di autoveicoli, ha dichiarato: “La mobility revolution implica, per la nostra filiera, una transizione produttiva che richiede notevoli investimenti in nuove tecnologie: non solo elettrico, ma anche idrogeno, connettività, guida autonoma e digitalizzazione dei processi”. Michele Crisci, Presidente dei costruttori stranieri riuniti nellʼUnrae aggiunge: “ribadiamo la richiesta alle Istituzioni di rifinanziare gli incentivi per le autovetture nella fascia 61-135 g/km di emissioni CO2 e per i veicoli commerciali, nonché di rendere strutturale fino al 2026 l’ecobonus per le autovetture fino a 60 g/km CO2”.

 

Secondo Adolfo De Stefani Cosentino, Presidente di Federauto, “per colmare il gap competitivo con gli altri principali Paesi d’Europa serve la riforma della fiscalità auto. La quota delle auto aziendali sul mercato italiano è la più bassa (36%) se confrontata con quella di Germania (62,9%), Regno Unito (54,2%), Francia (53,1%) e Spagna (49,8%) e un intervento sulla percentuale di detraibilità dell’IVA per gli acquisti effettuati da aziende e professionisti e sulla soglia di massima deducibilità dei costi, anche in ottica green, non è più rinviabile”.

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