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I prezzi delle auto elettriche vanno su e giù, come le montagne russe

Continua la guerra dei prezzi fra i Costruttori che producono auto elettriche. Quali sono i Brand che alzano i listini? Quali Marchi applicano le “sforbiciate” ai prezzi?

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Abbiamo già trattato questo argomento raccontandovi la presa di posizione di Tesla e di Volkswagen, in realtà però, il primo che mesi fa pronosticò l'inizio di una vera e propria “guerra dei prezzi” sulle auto elettriche fu l'amministratore delegato di Ford, Jim Farley.

La difficoltà è capire quali strategie ci sono dietro scelte che per alcuni sono delle forti prese di posizione, per altri rappresentano decisioni del momento che con molta incoerenza vengono presto ritrattate.

 

Chi alza, chi taglia

 La Tesla fu tra i primi a dare un segnale forte, dando una buona sforbiciata ai listini di alcuni suoi modelli. Questa strategia scatenò una reazione tra tutti gli altri Costruttori che si dividono il mercato delle auto elettriche.

 

I cinesi della Seres e della Xpeng per non subire il colpo seguirono la mossa del Marchio californiano, altri invece, come il Gruppo Volkswagen, chiarirono immediatamente il loro dissenso in merito, decidendo di non schierarsi a favore di un andamento instabile dei prezzi per non esporre a rischio i bilanci aziendali. Nelle ultime ore altri Brand sono scesi “in trincea”, così la Lucid e la Toyota si sono schierate dalla parte di chi ha deciso di tagliare qualcosa dai listini, mentre Volvo resta della stessa idea di Volkswagen.

 

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Cosa fa Tesla?

 Elon Musk ha già ordinato il dietro front, stabilendo con i suoi uomini un rialzo del listino cinese della Model Y. Qualcuno penserebbe… “proprio dalla Cina ha iniziato”…e già. Così, dopo aver deciso (neanche tanto tempo fa) consistenti tagli al listino, scontentato alcuni clienti (atterrati nel mondo Tesla poco prima dei tagli) e generato a seguire un boom della domanda, ha deciso di aumentare di 2 mila yuan (+0,8%) il prezzo base della Model Y, portandolo a 261.900 yuan (circa 35.952 euro).

 

Negli Stati Uniti, Lucid ha adottato la politica del protezionismo verso i propri clienti, che non potendo beneficiare dei crediti fiscali di 7.500 dollari, a causa di prezzi superiori alla soglia di accesso di 55 mila dollari (80 mila per Suv e pick-up), ha deciso di provvedere di tasca propria: “pensiamo che i nostri clienti meritino ancora un credito di 7.500 dollari per la scelta di un veicolo elettrico", ha affermato il Responsabile commerciale Zak Edson. Toyota invece affronta Tesla in Cina, riducendo di 30 mila yuan (poco più di 4.100 euro) l'offerta della bZ4X, portando così il prezzo base da 199.800 a 169.800 yuan (da 27.340 euro a 23.240 euro).

 

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Cosa fanno gli altri Costruttori?

 Sulla stessa linea del Gruppo Volkwswagen è la Volvo, che ha comunicato di non prevedere tagli sui listini delle auto elettriche, confermando la strategia indetta da Oliver Blume, Ceo del Gruppo di Wolfsburg: “la domanda per i nostri veicoli a batteria è la più alta che abbiamo mai visto. Non abbiamo alcuna intenzione di ridurre i prezzi". Fisker, che non tocca i listini dal 2020 ha deciso di continuare sulla stessa strada, seguita da Hyundai, Kia e General Motors.

 

Taglia invece la Ford, rivedendo il listino della Mustang Mach-E al ribasso, garantendo una riduzione media di 4.500 dollari. BMW invece, giustificando la scelta come uno stato di necessità causato dall'impatto che hanno avuto sui bilanci i maggiori costi per materie prime e trasporti, ha aumentato i prezzi di alcuni modelli elettrici commercializzati in Cina.

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