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Yemen, civili intrappolati tra le mine: un terzo dei feriti sono bambini

Medici senza frontiere lancia l'allarme: gli ordigni disseminati dallʼesercito sono più di 300 mila. Serve un intervento immediato delle autorità

Yemen, civili intrappolati tra le mine: un terzo dei feriti sono bambini - foto 1
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Migliaia di mine sparse ovunque, tra le strade e i campi, stanno minacciando la vita degli abitanti dello Yemen sud-occidentale.

Gli ordigni vengono sistemati dall'esercito locale per bloccare l'avanzata delle truppe sostenute dall'Arabia Saudita e dagli Emirati ma le loro prime vittime sono i civili. Centinaia di feriti e mutilati giungono all'ospedale di Mocha, unica struttura nell'area a fornire cure di emergenza e gestita da Medici senza frontiere.

"Le organizzazioni specializzate per lo sminamento e le autorità devono intensificare i loro sforzi nella regione al fine di ridurre il numero delle vittime" ha dichiarato Claire Ha-Duong, capomissione di MSF in Yemen. Le prime aree ripulite dalle mine sono infatti le zone militarmente più strategiche, ma i soccorsi tardano ad arrivare nei luoghi abitati e nei terreni agricoli, dove i civili restano frequentemente vittime delle mine.
Gli abitanti della zona sono così costretti ad abbandonare i loro campi. “Le persone qui vengono punite due volte: da un lato i bambini saltano sulle mine, dall'altro è impossibile coltivare i campi, e le famiglie vengono private della loro unica fonte di reddito” dichiara HaDuong di MSF. 

Un terzo dei feriti sono infatti bambini, come Nasser, che a 14 anni ha già subito due amputazioni: dopo essere stato colpito da un proiettile sulla mano destra, a dicembre è stato ferito alla gamba dall'esplosione di una mina mentre sorvegliava il gregge dello zio. Il padre di Nasser ora ha paura di camminare nei campi. "Sappiamo che ci sono mine, ma non sappiamo esattamente dove", racconta.

Il caso di Nasser è, però, solo uno dei tanti. Da quando è stato aperto l'ospedale di Mocha, il personale di Medici senza frontiere ha effettuato più di 2.000 visite al pronto soccorso e oltre un migliaio di interventi chirurgici.  

“Qualla sud-occidentale è una zona rurale molto povera. Non solo le persone non hanno i mezzi per accedere alle cure, ma al di là del nostro ospedale non hanno un posto dove andare se hanno bisogno di un intervento chirurgico” racconta Husni Abdallah, infermiere di MSF. “Stiamo parlando di feriti di guerra che muoiono perché non riescono a raggiungere Mocha in tempo".