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Usa, primo ok procedurale al Senato per la stretta sulle armi

Iniziativa bipartisan e si punta a raggiungere un via libera entro sabato

Le stragi negli Stati Uniti dal 2019 a oggi e la vendita delle armi

Con 64 sì e 34 no, il Senato ha approvato con un primo voto procedurale la proposta di legge bipartisan per una stretta sulle armi, dopo le stragi di Uvalde e Buffalo.

Gli autori dell'iniziativa sperano nell'approvazione definitiva entro sabato, per poi trasmettere il provvedimento alla Camera.

La proposta, di iniziativa bipartisan, prevede un rafforzamento dei controlli sui precedenti penali per gli acquirenti di età inferiore ai 21 anni, 11 miliardi di dollari di finanziamenti per la salute mentale e 2 miliardi di dollari per i programmi di sicurezza nelle scuole.

 

 

Prima del voto i negoziatori dei due partiti hanno pubblicato il testo legislativo del decreto, che include una serie di controlli aggiuntivi per chi vuole acquistare armi da fuoco e finanziamenti statali per l'attuazione delle leggi cosiddette "bandiera rossa", che consentono alla polizia o alle famiglie di rivolgersi ai tribunali per revocare l'autorizzazione al possesso di armi da fuoco a persone ritenute pericolose. "Abbiamo completato un testo legislativo teso a proteggere i nostri bambini e le nostre scuole, per contrastare l'ondata di violenza che sta interessando il Paese: il decreto
contribuirà a salvare delle vite, e non ostacola in alcun modo i diritti legati al Secondo Emendamento", si legge in una dichiarazione congiunta dei senatori Chris Murphy, John Cornyn, Kyrsten Sinema e Thom Tillis. 

 

 

L'accordo sul testo del provvedimento è stato raggiunto dopo una serie di stalli durante il negoziato: il più significativo riguardava la legge federale che impedisce a chi ha commesso violenza domestica nei confronti del proprio partner di acquistare armi da fuoco: una misura che si chiedeva venisse ampliata anche a chi aveva avuto "una relazione stabile di natura romantica o intima" con la vittima. "Il diritto a possedere armi non sarà sospeso, a meno che non ci sia una condanna per violenza domestica: chi sarà condannato per reati minori associati alla violenza domestica avrà invece l'opportunità di richiedere un ripristino di tale diritto dopo cinque anni", ha chiarito Cornyn, che ha guidato i negoziati per conto del Partito repubblicano.

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