Secondo il giudice ha causato la lite nella quale è poi morto il bimbo
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E' un caso che sta facendo discutere gli Stati Uniti quello di una donna vittima di una sparatoria durante la propria gravidanza e che ora è stata accusata di omicidio per la morte del feto che portava in grembo. Il proiettile le è stato sparato dall'ex compagno durante una lite, e questa è la tesi del giudice, scatenata proprio da lei che avrebbe invece dovuto pensare a proteggere il figlio.
Ora la donna rischia fino a 20 anni di carcere. E' accaduto in Alabama, che torna così al centro del dibattito negli Stati Uniti sui diritti delle donne incinta dopo aver approvato la legge più stringente degli Stati Uniti sull'aborto.
Il gran jury ha accusato Marshae Jones, 27 anni, di aver contribuito a iniziare il litigio, sfociato poi nel colpo di arma da fuoco che l'ha colpita allo stomaco. Jones era incinta di cinque mesi a dicembre quando si è ritrovata a litigare con un'altra donna fuori da un negozio Dollar Store. Un litigio con al centro il padre del bambino. I toni fra le due donne sono salite e alla fine la 23enne Ebony Jemison ha aperto il fuoco e sparato contro Jones.
"L'indagine ha mostrato che l'unica vera vittima è il bimbo non nato. E' stata la madre del feto a iniziare e continuare il litigio che si è tradotto nella morte del bimbo",afferma la polizia.