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L'allarme di Kiev: "Navi russe con 84 missili nel Mar Nero e nel Mediterraneo"

Il Cremlino: "Dialogo impossibile perché l'Ucraina lo rifiuta". Stoltenberg: "La Nato è vigile, sosterremo Kiev fino alla fine"

Kherson, bandiera ucraina in città

"Kherson è nostra", esulta il presidente ucraino Zelensky. L'esercito di Kiev è entrato nella città dopo il ritiro dei soldati russi. Festa e bandiere nelle strade. Ma il Cremlino ribadisce che la regione resterà russa, nonostante la ritirata e che non considera il ritiro un'umiliazione.

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La guerra in Ucraina è arrivata al 279esimo giorno, con Kiev che lancia l'allarme: "Navi russe con 84 missili nel Mar Nero e nel Mediterraneo".

Intanto la Russia afferma che un dialogo per i negoziati "è impossibili" perché "è Kiev a rifiutarlo". La Nato, da parte sua, "è vigile e sosterrà Kiev fino alla fine, senza arretrare", sottolinea il segretario Stoltenberg. I russi smentiscono di stare per lasciare l'impianto nucleare di Zaporizhzhia.

  • 29 nov

    Linea rossa Washington-Mosca usata solo una volta

    La "linea rossa" creata tra le forze armate Usa e quelle della Russia all'inizio della guerra di Mosca contro l'Ucraina è stata utilizzata solo una volta. Lo ha riferito alla Reuters un alto funzionario statunitense precisando che è stata Washington a usare il telefono rosso per "avviare una descalation". Non è chiaro quale sia stato l'episodio che ha fatto scattare l'allarme, il funzionario ha tuttavia escluso che sia stato la caduta di un missile in Polonia il 15 novembre. Più probabile, riferiscono altre fonti, siano state le operazioni delle forze russe contro infrastrutture critiche come la centrale nucleare di Zaporizhzhia. 

  • 29 nov

    Kuleba alla Nato: "Abbiamo bisogno di generatori di corrente"

    L'Ucraina ha bisogno di sistemi di difesa aerea per proteggere le proprie infrastrutture e di generatori di corrente per assistere la popolazione. Lo ha detto il ministro ucraino degli Esteri, Dmitro Kuleba, in un punto stampa a Bucarest insieme al segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. "L'ultima volta che sono stato invitato a una ministeriale Nato ho detto tre parole: armi, armi, armi. Queste armi ci aiutano a liberare i territori e a salvare persone dalle torture russe", ha detto Kuleba ringraziando gli alleati per le armi inviate finora. "Oggi dico tre diverse parole: piu' veloce, piu' veloce, piu' veloce", ha detto Kuleba. "La guerra va avanti. Abbiamo dimostrato che possiamo vincere la Russia. Le decisioni sull'invio di armi devono essere fatte piu' rapidamente e le armi devono essere consegnate piu' rapidamente", ha proseguito il ministro. "I trasformatori, generatori e altro sono molto importanti, abbiamo anche bisogno della difesa aerea, di (sistemi) patriots. Se abbiamo una difesa aerea possiamo proteggere le infrastrutture dagli attacchi russi", ha concluso Kuleba.

  • 29 nov

    Aiea: in centrali ucraine per proteggere sistema energia

    "L'Agenzia internazionale per l'energia atomica rafforzerà la sua presenza in tutte le centrali nucleari ucraine per proteggere le infrastrutture energetiche del Paese". Lo ha dichiarato in un tweet il direttore generale dell'Aiea Rafael Grossi, che oggi ha avuto una conversazione con il ministro ucraino Dmytro Kuleba durante la riunione dei ministri degli Esteri della Nato in Romania. I due hanno anche discusso dell'urgente creazione di una zona di sicurezza nucleare attorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, che è sotto il controllo degli occupanti russi.

  • 29 nov

    Mosca: "Pericolo escalation da maggiore ruolo Usa in Ucraina"

    La Russia fa presente agli Usa che la sua politica verso un maggiore coinvolgimento nel conflitto in Ucraina porta il pericolo di una escalation. Lo ha detto il vice ministro degli Esteri Serghei Ryabkov citato dall'agenzia Tass. Ryabkov ha aggiunto che tra Washington e Mosca non sono in corso negoziati sull'Ucraina, ma che le due parti semplicemente si scambiano "segnali".

  • 29 nov

    Kiev: navi russe con 84 missili in Mar Nero e Mediterraneo

    Le navi da guerra russe con un totale di 84 missili da crociera di tipo Kalibr sono pronte al combattimento nel Mar Nero e nel Mar Mediterraneo: è l'allarme lanciato dalla Marina ucraina, come riferisce Ukrinform. "Nel Mar Nero ci sono 12 navi da guerra nemiche, tra cui una portamissili di tipo Kalibr con una raffica totale di otto missili pronte al combattimento", dice il report. Nel Mediterraneo sono presenti nove navi da guerra russe, tra cui cinque portamissili da crociera del tipo Kalibr con una raffica totale di 76 missili

     

    I missili Kalibr con cui la Russia devasta lʼUcraina

  • 29 nov

    Blinken: Nato rafforzerà presenza dal Mar Nero al Mar Baltico

    Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha dichiarato che "la Nato rafforzerà la sua presenza dal Mar Nero al Mar Baltico", in occasione di una conferenza stampa congiunta con il ministro degli Esteri rumeno Bogdan Aurescu, a Bucarest.

  • 29 nov

    Mosca: possibile scambio prigionieri con Usa entro fine anno

    Mosca non esclude uno scambio di prigionieri con gli Usa da effettuarsi entro fine anno. "La possibilità c'è sempre", ha detto il vice ministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov. Lo riporta Ria Novosti. Secondo Ryabkov potrebbe essere un "segnale" che non tutto è perduto nelle relazioni russo-americane.

  • 29 nov

    Armi a Kiev, le mozioni della discordia - VIDEO

  • 29 nov

    Piano per i blackout non funziona, Kiev ripiomba nel buio

    Kiev di nuovo al buio. La società per l'energia elettrica ucraina Dtek ha annunciato la ripresa delle interruzioni della corrente. "A partire da oggi a Kiev riprendono le interruzioni della corrente di emergenza. Si sta facendo tutto il possibile per garantire l'elettricità a ciascun utente per 2-3 ore due volte al giorno. I programmi di blackout per la stabilizzazione non funzionano", ha reso noto Dtek. "Non appena riusciremo a riequilibrare la situazione, torneremo al piano a orari". I blackout riprendono nella capitale ucraina per la prima volta dal 23 novembre.

  • 29 nov

    Mosca: "Dialogo impossibile perché Kiev lo rifiuta"

    In Ucraina "l'operazione militare speciale continua". Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, sottolineando che "nessun negoziato è possibile in questo momento, perché la parte ucraina li nega assolutamente".

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