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Twitter, l'ultimatum di Musk allo staff: "Lavorate sodo o lasciate"

Il Ceo del social network chiede ai dipendenti orari di lavoro lunghi o le dimissioni. "Chi sceglierà di andarsene riceverà tre mesi di liquidazione"

Twitter, l'ultimatum di Musk allo staff: "Lavorate sodo o lasciate" - foto 1
-afp

Ultimatum per i dipendenti di Twitter.

In una mail Elon Musk ha intimato allo staff di impegnarsi a una "irriducibile" cultura di lavoro fatta di orari lunghi oppure di lasciare. "Solo con una performance eccezionale sarà possibile creare una Twitter 2.0", si legge. Ai dipendenti Musk ha, quindi, chiesto di esprimere formalmente il loro desiderio di partecipare alla nuova Twitter tramite un link: chi non lo farà entro le 17 di giovedì 17 novembre "riceverà tre mesi di liquidazione e sarà lasciato andare".

 

Il "nuovo corso" di Musk - L'ultimatum a livello aziendale è giunto dopo che Musk aveva già licenziato, senza preavviso, dirigenti chiave della società, metà dei dipendenti a tempo pieno (parliamo di circa 3.700 persone) e ridotto il numero di appaltatori che lavorano con l'azienda.

 

 

Il caso dei licenziamenti "ritirati" - Che Twitter sarebbe andato incontro a una rivoluzione, anche dal punto di vista occupazionale, è stato chiaro fin da subito. Elon Musk ci ha messo del suo anche nel discusso caso dei licenziamenti "ad personam", compiuti nei confronti di tre dipendenti, di cui uno addirittura in diretta sullo stesso Twitter. Domenica il patron di Tesla si era scusato sulla piattaforma per la lentezza eccessiva del servizio registrato in molti Paesi, ricevendo la correzione in tempo reale da parte di un dipendente nella conversazione. La risposta di Musk è stata fulminea a lapidaria: "Sei licenziato". Lo scambio di tweet è stato poi cancellato, ma alcuni utenti lo avevano intanto fotografato e ripubblicato. Qualche giorno dopo il magnate è però tornato sui suoi passi, riassumendo "Ligma e Johnson" con tanto di annuncio su Twitter: "È importante ammettere quando si sbaglia e licenziare loro è stato davvero uno dei miei errori più grandi".

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