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L'amministrazione Usa corregge Trump: "Nessun ritiro dalla Siria" | Turchia verso l'invasione, Onu e Ue preoccupate

Erdogan vuole dare la caccia ai terroristi curdi e ha avvertito il presidente Donald Trump. Intanto nel Paese nella zona controllata dai turchi compiuto il primo attentato: 14 i feriti

La decisione di Donald Trump di ritirare i soldati statunitensi in Siria, vicino alla frontiera con la Turchia, riguarda solo fra 50 e 100 membri delle forze speciali, che saranno "ridispiegati in altre basi" all'interno del Paese.

Lo dichiara un alto responsabile della Casa Bianca, assicurando che "non si tratta di un ritiro" e che il ridispiegamento non rappresenta in nessun caso "una luce verde" a un'offensiva militare turca contro le forze curde nel nordest della Siria.

"Pare che i turchi siano impegnati in qualche sorta di operazione militare" ma "non ci sarà nessun coinvolgimento delle forze armate Usa", ha aggiunto l'alto funzionario dell'amministrazione Trump. La Turchia ha infatti dichiarato guerra alle milizie curde del Nord della Siria ed è pronta a invadere la regione, utilizzando migliaia di soldati e mezzi militari. Preoccupata la comunità internazionale.

 

Ue: preoccupa Turchia, soluzione è non militare - "Alla luce dell'annuncio della Turchia sulla situazione in Siria, l'Ue ribadisce la sua preoccupazione" e ricorda di avere sempre detto che "ogni soluzione a questo conflitto non può essere militare bensì deve passare attraverso una transizione politica, in conformità alla risoluzione Onu ed il comunicato di Ginevra nel 2014". Lo ha detto una portavoce della Commissione europea. "L'Ue ribadisce il sostegno all'unità, la sovranità e l'integrità territoriale della Siria", ha aggiunto.

 

Onu: ci stiamo preparando al peggio - Le Nazioni Unite si stanno "preparando al peggio" nel nord est della Siria dopo che gli Stati Uniti si sono fatti da parte per permettere alla Turchia di effettuare azioni militari nella zona. "Non sappiamo cosa succederà. Ma ci prepariamo al peggio", ha dichiarato il coordinatore Onu per le operazioni umanitarie in Siria, Panos Moumtzis sottolineando che le Nazioni Unite sono in contatto "con entrambe le parti sul campo". La nostra priorità, ha detto, è che qualsiasi eventuale azione della Turchia non abbia conseguenze sul piano umanitario.
 

Siria: due ordigni in zone sotto controllo turco, 14 feriti - Due ordigni sono esplosi nel giro di un'ora in due diverse zone del nord della Siria da tre anni sotto il controllo dell'esercito turco e di milizie locali cooptate da Ankara, provocando almeno 14 feriti e la morte di un attentatore. Lo riferiscono media turchi. Gli attacchi giungono poche ore dall'annuncio del ritiro americano dal nord-est della Siria e di un'imminente operazione militare turca. Ad Azaz una moto bomba kamikaze ha causato il ferimento di 8 persone. L'altro ordigno è esploso ad Al-Rai, nella provincia di Aleppo vicino alla località frontaliera turca di Cobanbey, ferendo 6 persone. 

 

Turchia: non abbiamo più un minuto da perdere - "La Turchia è stata molto paziente e accomodante con i suoi alleati per cercare di combattere il terrorismo in Siria. Ma ormai la Turchia non ha più un minuto da perdere". Lo ha scritto su Twitter il capo della comunicazione della Presidenza di Ankara, Fahrettin Altun, confermando l'imminenza dell'operazione militare turca nel nord-est della Siria. "Nelle regioni liberate dal Pkk, la Turchia garantirà servizi" come dopo "le operazioni Ramoscello d'ulivo e Scudo dell'Eufrate", condotte nel nord della Siria a ovest del fiume Eufrate tra il 2016 e il 2018. 

 

La Casa Bianca: nessuna luce verde da Trump alla Turchia- La Turchia ha dichiarato guerra alle milizie curde del Nord della Siria ed è pronta a invadere la regione, utilizzando migliaia di uomini, mezzi terrestri e aerei. Un'operazione imminente, ha ammesso Erdogan, in partenza per una visita di due giorni in Serbia. Ma prima di agire, il presidente turco è stato costretto a comunicare con Washington. Subito dopo il colloquio Trump ha messo nero su bianco su Twitter: "Mi sono tenuto a distanza da questa battaglia per quasi 3 anni, ma è ora per noi di uscire da queste ridicole guerre senza fine, molte delle quali tribali, e di riportare a casa i nostri soldati". Ma a stretto giro è arrivata la correzione della Casa Bianca che ha assicurato che "non c'è nessuna luce verde nei confronti di Ankara. Dire questo è da irresponsabili., ha affermato un funzionario dell'amministrazione americana. Le azioni del presidente sono solo mirate a proteggere i nostri soldati". Con lo spostamento dei militari dal nord però le Unità curde di protezione del popolo (Ypg) perdono il loro principale e più potente protettore in poco meno di 24 ore.

 

Pentagono: nessun sostegno alla Turchia - Già il Pentagono aveva annunciato in un comunicato che "gli Usa non sostengono l'intervento militare della Turchia nel nord della Siria, ammonendo Ankara sulle conseguenze destabilizzanti" di una possibile azione militare nel Paese.

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