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Tsunami Indonesia, il bilancio delle vittime si aggrava ancora: 429 morti, 1485 feriti e 16mila sfollati

Ora è crisi sanitaria: mancano acqua potabile e farmaci

Tsunami Indonesia, il bilancio delle vittime si aggrava ancora: 429 morti, 1485 feriti e 16mila sfollati - foto 1
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Secondo i dati dell'Agenzia nazionale di gestione dei disastri indonesiana sono 16.082 le persone sfollate a causa dello tsunami che ha colpito il Paese il 22 dicembre.

Al momento le vittime accertate sono 429, i feriti 1.485, mentre sono 154 le persone disperse, cercate con l'aiuto di cani e droni. Ingenti anche i danni materiali: colpiti 882 case, 73 hotel, 60 negozi, 434 barche e circa 65 veicoli.

Continuano intanto le ricerche nella speranza di trovare sopravvissuti e talvolta si scava anche a mani nude. Un bambino di 5 anni, di nome Ali, è stato estratto vivo dalle macerie dopo 12 ore: il video del salvataggio, postato sull'account Instagram di uno degli uomini intervenuti per prestare soccorso, è diventato virale.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Si scava anche a mani nude - La ong Oxfam parla di 11mila sfollati e ha lanciato un appello di emergenza, chiedendo di donare e ricordando che "sale l'allarme per la possibilità di un nuovo tsunami, dopo che ci sono state nuove eruzioni, con le zone circostanti ancora immerse nel fumo e nella cenere". Anche Medici senza frontiere (Msf) si è attivato, rispondendo all'emergenza con tre sue squadre: una a Carita, un'altra a Labuan e la terza mobile.

Intanto si sono tenuti i funerali dei membri della pop band "Seventeen" travolti dall'onda anomala: avevano fatto il giro del mondo le drammatiche immagini dell'acqua che si abbatte sul concerto del gruppo all'aperto, spazzando giu' dal palco i musicisti e travolgendo la platea. Almeno due i membri del gruppo che sono morti: il bassista e il manager. Inoltre secondo i media indonesiani il batterista, che risultava disperso, sarebbe stato trovato morto.

Lo tsunami ha colpito nella serata locale del 22 dicembre la zone costiere dello Stretto di Sonda, fra le isole di Giava e Sumatra, a seguito di un'eruzione del vulcano Anak Krakatoa, noto come "figlio" del leggendario Krakatoa. Dietro di se' ha lasciato un paesaggio desolante, con alberi sradicati, tetti divelti e macerie ovunque. La spiaggia di Carita, nota destinazione turistica della costa occidentale di Giava, è ricoperta di detriti. Il presidente indonesiano Joko Widodo si è recato nelle zone colpite, a meno di tre mesi da quando uno tsunami causato da un terremoto ha provocato migliaia di morti a Palu e nella sua regione, sull'isola di Sulawesi.

L'Anak è uno dei 127 vulcani attivi nel Paese. L'Indonesia, arcipelago composto da 17mila isole e isolotti, si è formata dalla convergenza di tre grandi placche tettoniche (indo-pacifica, australiana ed euroasiatica) e si trova sulla cosiddetta 'cintura di fuoco' del Pacifico, zona di forte attività sismica e di eruzioni vulcaniche.

Ora però la crisi diventa sanitaria - "Molti bambini sono malati, hanno la febbre, mal di testa e non hanno abbastanza acqua", ha detto Rizal Alimin, un medico ONG Aksi Cepat Tanggap in una scuola trasformata in un rifugio di fortuna. "Abbiamo meno farmaci del solito, le condizioni non sono salutari, non c'è abbastanza acqua potabile, la gente ha bisogno di cibo e dorme a terra".