Tonga, soccorsi aerei bloccati dopo l'eruzione vulcanica: gli aiuti non possono arrivare
Si teme una possibile crisi umanitaria nell'arcipelago, tagliato fuori dalle comunicazioni col mondo esterno. Il governo conferma tre vittime
Si teme una possibile crisi umanitari a Tonga, dopo l'eruzione vulcanica di sabato che ha innescato uno tsunami e ha reciso un cavo sottomarino, tagliando fuori il Paese dalle comunicazioni con il mondo esterno.
La Nuova Zelanda prova a inviare aiuti ma la cenere sulla pista principale dell'aeroporto della capitale impedisce l'atterraggio degli aerei di soccorso. Secondo le autorità potrebbero servire giorni prima che le navi militari con i rifornimenti riescano a raggiungere le isole.
Governo: "Disastro senza precedenti" - Il governo dell'arcipelago nella prima dichiarazione ufficiale in cui ha definito un "disastro senza precedenti" ciò che è avvenuto nei giorni scorsi, ha parlato di tre morti. Le vittime sono una britannica e due abitanti locali. Due delle isole più piccole e periferiche sono state colpite in modo particolarmente grave, fanno sapere le autorità, con tutte le case distrutte su una e solo due rimaste in piedi sull'altra.
"Emergenza acqua" - Oltre alla Nuova Zelanda, anche l'Australia ha condotto voli di sorveglianza per valutare i danni. Il ministro degli Esteri neozelandese Nanaia Mahuta ha affermato che "l'acqua è tra le massime priorità per Tonga in questa fase". Le agenzie umanitarie hanno spiegato da parte loro che è probabile che la polvere vulcanica e lo tsunami abbiano contaminato le riserve idriche di Tonga.
Aiuti in attesa di partire - Secondo il ministro neozelandese, un aereo C 130 Hercules è in attesa di volare a Nukualofa, la capitale di Tonga, per fornire aiuti umanitari, inclusi contenitori per l'acqua pieghevoli, generatori e kit igienici. "Tuttavia, le immagini mostrano cenere sulla pista dell'aeroporto di Nukualofa che deve essere ripulita prima che l'aereo possa atterrare", ha aggiunto.
Incerto il numero delle vittime - L'Alto Commissario ad interim della Nuova Zelanda a Tonga, Peter Lund, ha affermato che il governo locale ha dichiarato lo stato d'emergenza e che l'entità della distruzione sta iniziando a venire alla luce. Ci sono danni agli edifici, ci sono molte macerie e rocce, ma le persone ora cercano di tornare alla normalità nella capitale", ha detto a 1News, aggiungendo che sono in corso sforzi per sbarazzarsi della "spessa coltre di cenere" che ricopre l'area.
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