La polemica

Texas ridisegna i collegi, California e New York pronte a reagire: l'ira di Obama, ecco cos'è il redistricting

In risposta al piano del Texas per creare cinque nuovi seggi repubblicani, i Democratici di California e New York valutano una strategia simmetrica. Obama parla di "colpo di mano anti‑democratico"

06 Ago 2025 - 06:38
 © Tgcom24

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Il dibattito politico negli Stati Uniti si accende intorno a una controversa mossa del Texas: un piano di ridisegno dei collegi elettorali che potrebbe garantire al Partito Repubblicano cinque nuovi seggi alla Camera. L'ex presidente Barack Obama ha definito questa manovra un vero e proprio "attacco alla democrazia", irritando i Democratici che ora valutano contromisure equivalenti in grandi Stati blu come California e New York. 

Cos'è il redistricting e perché conta

 Negli Stati Uniti, ogni dieci anni, dopo il censimento, si ridisegnano i confini dei collegi elettorali per garantire un'equa rappresentanza. Tuttavia, lo gerrymandering - la manipolazione dei confini per favorire un partito - può alterare profondamente la competizione elettorale. La novità di oggi è che il Texas ha avviato un redistricting a metà decennio, una violazione della norma consueta, spinto direttamente da Donald Trump, con l'obiettivo di aggiudicarsi cinque seggi ancora prima del 2030, come riportato da Reuters e dal Washington Post.

Il piano del Texas e la protesta dei Democratici

 Il Texas propone una riforma dei collegi che modificherebbe l'attuale composizione di 25 deputati repubblicani e 13 democratici. Con la nuova mappa, il GOP potrebbe ottenere un vantaggio ridotto o addirittura ribaltato a 30‑8. I Democratici reagiscono rompendo il quorum: una trentina di legislatori ha lasciato lo Stato, dirigendosi in Illinois e New York, per impedire la votazione durante la sessione speciale convocata dal governatore Greg Abbott. L'azione ha attirato azioni legali e minacce di multe da 500 dollari al giorno.

La voce di Obama e la risposta dei Democratici

 Barack Obama ha definito la mossa repubblicana come "un colpo di mano che mina la democrazia", accusando i firmatari di voler manipolare il sistema elettorale per ottenere un vantaggio ingiusto. Ha rilanciato inoltre la campagna del gruppo All On The Line, affiliato al National Democratic Redistricting Committee. Eric Holder, ex ministro della Giustizia, ha aggiunto che il redistricting texano rappresenta un'"esistenziale minaccia alla democrazia", giustificando così le contromosse annunciate dagli Stati democratici.

Le contromosse: California e New York sul piede di guerra

 In California, il governatore Gavin Newsom ha annunciato che predisporrà un piano da sottoporre a referendum autunnale per autorizzare un nuovo redistricting. In parallelo, la governatrice di New York Kathy Hochul ha dichiarato di voler esplorare "ogni opzione", definendo la strategia texana come inaccettabile. Entrambi gli Stati, però, devono fare i conti con ostacoli normativi: in California è necessario un voto popolare, mentre a New York sarebbe richiesta una modifica costituzionale. È improbabile che nuove mappe siano operative prima del 2026.

Perché i Democratici considerano questa strategia pericolosa

 Secondo i Democratici, il redistricting fuori ciclo mina il diritto di voto delle minoranze, riduce la competizione elettorale e rafforza il dominio di un partito su elettori polarizzati. Un rapporto del Brennan Center for Justice mostra che oggi solo il 10% dei collegi è davvero contendibile, rispetto al 40% degli anni '90. Per i Democratici, l'iniziativa texana rappresenta un precedente pericoloso, capace di alterare gli equilibri istituzionali con una semplice mossa legislativa a livello statale.

Cos'è il gerrymandering e come colpisce la rappresentanza

 Il termine gerrymandering deriva da Elbridge Gerry, governatore del Massachusetts che nel 1812 approvò una mappa elettorale con confini così distorti da ricordare una salamandra. Il concetto indica la manipolazione intenzionale dei confini elettorali per rafforzare la posizione di un partito, spesso penalizzando le minoranze o riducendo la competitività di un distretto. Negli Stati Uniti, questa pratica è legale a patto che non violi norme sui diritti civili o linee guida statali, ma resta una delle cause principali della polarizzazione del Congresso.

Legalità del redistricting fuori ciclo: cosa dice la legge federale e i tribunali

 Il redistricting è previsto ogni dieci anni, dopo il censimento. Tuttavia, nessuna norma costituzionale vieta modifiche intermedie, lasciando libertà ai singoli Stati. La Corte Suprema, con la sentenza Rucho v. Common Cause del 2019, ha stabilito che le contestazioni sul gerrymandering politico non rientrano nella giurisdizione federale. Questa lacuna normativa apre la strada a interventi come quello texano, che potrebbero scatenare una guerra legislativa permanente tra Stati.

Effetti pratici su cittadini e servizi pubblici

 Il redistricting può cambiare il deputato di riferimento per migliaia di elettori, generando disorientamento tra chi ha bisogno di supporto per pratiche locali, fondi o questioni legislative. In alcune aree, il passaggio da un distretto all'altro può interrompere progetti in corso, ridistribuire risorse e modificare le priorità politiche. Questa incertezza può demotivare l'elettorato e rendere meno trasparente il rapporto tra cittadini e istituzioni.

Impatto sulle elezioni di medio termine 2026

 Le elezioni di midterm del 2026 rappresentano un punto critico per entrambi i partiti. Al momento, i Repubblicani controllano la Camera con 219 seggi contro i 212 dei Democratici. Il piano del Texas potrebbe portare a un guadagno immediato di cinque seggi per il GOP, consolidando la loro maggioranza. Ma se California e New York riuscissero a rispondere con mappe favorevoli, la battaglia per la Camera si farebbe più incerta. Il rischio è una radicalizzazione ulteriore del confronto politico americano.

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