L'imprenditore, considerato latitante per la giustizia italiana, è stato condannato a Tripoli per fiancheggiamento di un gruppo estremista. Il gip: "E' pericoloso"
E' rientrato in Italia Giulio Lolli, l'imprenditore bolognese condannato all'ergastolo in Libia per terrorismo e fiancheggiamento di un gruppo estremista separatista. Quando era stato arrestato a Tripoli, due anni fa, Lolli era già considerato latitante per la giustizia italiana da nove anni; da quando cioè il sostituto procuratore Davide Ercolani lo aveva indagato per associazione per delinquere, truffa, falso e appropriazione indebita.
Il gip: "Pericolo concreto" Secondo il gip Cinzia Parasporo è "concreto e attuale il pericolo che Lolli possa commettere reati in armi e di terrorismo, stanti la gravità dei fatti e l'inserimento in un chiaro contesto eversivo". E' quanto si legge nell'ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti dell'imprenditore. Lolli viene soprannominato "il pirata" per la sua rocambolesca fuga a bordo di uno yacht verso le coste del Nordafrica. Lolli è stato ora consegnato al Ros dei carabinieri grazie all'intervento diplomatico dell'Ambasciata italiana di Tripoli, dell'Ufficiale di collegamento della polizia di Stato in accordo son il ministero della Giustizia, il ministero degli Esteri e sotto l'impulso della Procura della repubblica di Rimini.
Indagato per truffa e falso in Italia, Lolli era in Libia dal 2010Originario di Bertinoro (Forlì-Cesena), Lolli aveva trovato rifugio a Tripoli nel 2010, dopo il fallimento della società "Rimini-yacht". Per il "pirata", il decreto di espulsione dalla Libia era arrivato con la condanna all'ergastolo per terrorismo. In Italia Lolli era finito sotto indagine nel 2019 in seguito a una serie di truffe sulle vendite di yacht di lusso. Con una rete di show-room da Bologna a Rimini, aveva goduto di un'importante rete di clienti a cui proponeva leasing di finanziarie sammarinesi,
L'indagine dei carabinieri di Rimini su di lui era scattata in seguito alla denuncia della proprietaria di uno degli yacht acquistati da Lolli. Gli inquirenti avevano così scoperto che le costose imbarcazioni venivano vendute due volte. L'indagine si era chiusa con il rinvio a giudizio di Lolli, accusato di associazione per delinquere, truffa, falso e appropriazione indebita. Il processo davanti al Tribunale di Rimini era però stato sospeso proprio perché l'imprenditore era finito in carcere a Tripoli.
Il rientro a Roma dalla Libia - Dimagrito, apparentemente calmo e in buona salute, Giulio Lolli aveva un aspetto eccezionalmente ordinario quando è arrivato a Roma dopo essere stato espulso da Tripoli che l'ha condannato all'ergastolo per terrorismo e traffico d'armi. All'interno dell'aeroporto di Fiumicino, Lolli indossava un completo grigio e capelli rasati: l'uomo solo due anni fa si faceva fotografare dai giornali nelle vesti di un indomito capitano che solcava il mare libico al timone di veloci imbarcazioni.