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Renzi al vertice Ue: migranti, manovra e rapporti con Mosca

Questi i temi caldi della due giorni di Bruxelles. Prima del vertice, il premier ha incontrato gli europarlamentari dem

L'Europa preoccupa il mondo e per Obama tocca all'Italia e alla famiglia progressista essere il motore del cambiamento dell'Ue.

Appena rientrato da Washington, Matteo Renzi è arrivato a Bruxelles per il vertice europeo. Due gli argomenti fortemente voluti dall'Italia al summit: la discussione dei rapporti tra Ue e Russia, e quella sui compact con i Paesi africani per la gestione della crisi migratoria.

Renzi, la necessità mettere al sicuro la Manovra e il riconoscimento dello "sforzo" italiano sull'immigrazione - La missione più importante per Renzi a Bruxelles resta quella di mettere al sicuro la Manovra appena varata e che ha già sollevato i dubbi di Bruxelles. Senza una svolta entro il fine settimana, già lunedì l'Italia potrebbe vedersi recapitare il primo avvertimento della Commissione.

Prima dell'inizio del vertice si era parlato di un possibile bilaterale con Jean Claude Juncker, ma è lo stesso Renzi a smentire, al termine del primo giorno di incontri. "Non c'è un bilaterale, non è previsto e non ci sarà. Trovo però molto importante che sia stato approvato il testo venuto dalla proposta italiana di riconoscere lo sforzo di quei governi che stanno subendo di più l'immigrazione. E quindi mi pare che sia un bel passo in avanti".

I pilastri per una nuova Europa - Nel pomeriggio di giovedì, Renzi si è visto con gli europarlamentari Pd. La nuova direzione per l'Europa, ha spiegato il premier ai suoi, si deve impostare entro l'appuntamento di marzo a Roma per il 60esimo anniversario del primo Trattato europeo. Tre i pilastri della nuova strategia: discontinuità delle politiche economiche europee per chiudere la stagione dell'austerity facendo leva anche sul pressing intellettuale aperto dallo stesso Obama, poi costruzione dell'identità europea con una serie di iniziative culturali e concreto sviluppo dell'Europa sociale.

I migrant compact - Nella prima parte del vertice si è discusso anche dei primi cinque "migration compact" con Senegal, Niger, Mali, Nigeria ed Etiopia che sono già stati avviati da Federica Mogherini (con impegni per 414 milioni di euro, l'apertura dei primi uffici Ue ed i passaggi da Niger a Libia attualmente già al più basso livello dell'anno).

Per l'Italia, dopo il "passo falso di Bratislava", gli impegni nella bozza di conclusioni sono un "primo passo", ma è da riaffermare con forza il principio che solidarietà e responsabilità nella gestione dei rifugiati devono andare di pari passo, mettendo in archivio la "solidarietà flessibile" enunciata dal gruppo di Visegrad a metà settembre.

Tusk: "No a solidarietà 'a la carte", siamo tutti d'accordo" - A dare manforte alla posizione italiana, al termine del primo giorno, il presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk: In Europa, ha detto, "non ci può essere una solidarietà 'a la carte' sulla questione dei migranti e dei ricollocamenti. Su questo siamo tutti d'accordo".

La crisi siriana e i rapporti con la Russia, vince la linea "morbida" - Il tema dei rapporti con la Russia invece si è discusso nella cena a porte chiuse. Il presidente del Consiglio europeo, il polacco Donald Tusk, arrivando al summit ha sostenuto che la Ue "deve tenere aperte tutte le opzioni, incluse le sanzioni se continuano i crimini in Siria, ad Aleppo".

Ma a Bruxelles sembra essere uscita vincente la linea più moderata. La possibilità di "misure restrittive a persone o entità" è sparita infatti dal testo di conclusioni del vertice dei leader Ue. Tra i principali oppositori al piano più duro il premier Matteo Renzi, che ha fatto asse con l'Alto rappresentante Ue Federica Mogherini: "Non ha senso parlare di sanzioni alla Russia in un momento in cui concordiamo che bisogna fare tutte le pressioni possibili perché si possa arrivare ad un accordo in Siria", ha spiegato il premier.