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Proteste Hong Kong, Joshua Wong si dichiara colpevole: leader trattenuto in carcere in attesa della sentenza

Insieme a lui anche altri due attivisti, che si sono dichiarati colpevoli per aver organizzato le manifestazioni non autorizzate. "Continueremo a lottare per la libertà", affermano

joshua wong, hong kong
-afp

Il dissidente per la democrazia a Hong Kong, Joshua Wong, ha annunciato che si dichiarerà colpevole all'apertura del processo per il suo coinvolgimento nelle proteste contro la Cina, aggiungendo che sarà incarcerato. "Non sarò sorpreso se sarò mandato subito in cella - afferma ai giornalisti prima dell'udienza -. Continueremo a lottare per la libertà: ora non è il momento per noi di inchinarci a Pechino e arrenderci".

Altri due attivisti, Ivan Lam e Agnes Chow, sono trattenuti in custodia, come Wong, dopo essersi dichiarati colpevoli per aver organizzato la manifestazione fuori dalla sede della polizia, avvenuta a giugno, nel corso delle proteste antigovernative. 

 

Lam, Chow e Wong, che erano membri dell'allora partito politico Demosisto, dovranno restare in custodia sino al 2 dicembre, quando sarà pronunciata la sentenza. Se saranno dichiarati colpevoli, potranno essere condannati a scontare fino a 5 anni di carcere.

 

"Gli arresti legati alle proteste sono un fatto molto grave, l'Italia e l'Ue si facciano sentire" "L'arresto di Joshua Wong, punto di riferimento della protesta pacifica di Hong Kong è un fatto molto grave che non può passare sotto silenzio". Lo dichiara Luciano Nobili, presidente dell'intergruppo parlamentare Italia-Tibet e membro IPAC-Alleanza Interparlamentare sulla Cina. "Soltanto venerdì - ricorda - ho avuto il piacere di dialogare con lui nel corso di una videoconferenza in Senato ed è stata l'occasione per confrontarci sui temi dello stato di diritto, della democrazia e delle libertà: temi scontati per noi occidentali ma ancora calpestati in Cina. Le testimonianze che ci giungono da Hong Kong come dal Tibet ne sono una triste conferma, con la violazione di ogni accordo siglato sotto l'egida delle Nazioni Unite. Wong si è dichiarato colpevole dell'organizzazione di una assemblea non autorizzata nel 2019: una semplice protesta per cui adesso rischia fino a 5 anni di carcere. Lo stesso hanno fatto altri due attivisti, Ivan Lam e Agnes Chow, dichiaratisi anche loro 'colpevoli' di protesta contro Pechino in tribunale insieme a Wong e anche loro arrestati". "Nel 2020 non è accettabile. L'Italia e l'Unione europea facciano sentire la propria voce", conclude.

 

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