Le ipotesi

Processo a Mosca per terrorismo e rischio ergastolo: cosa succederà ai soldati dell'Azovstal dopo la resa

E' ancora tutto da sciogliere il nodo relativo al destino dei quasi mille combattenti ucraini che si sono arresi alle truppe russe e di quelli ancora asserragliati nello stabilimento

18 Mag 2022 - 19:16
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Il ministero della Difesa russo ha annunciato che da lunedì 959 soldati ucraini, asserragliati nell'acciaieria Azovstal di Mariupol, si sono arresi. Mentre all'interno dello stabilimento ci sarebbero ancora centinaia di combattenti, tra cui i comandanti di alto grado, è ancora tutto da sciogliere il nodo relativo ai reduci ucraini finiti in mano russa. Secondo alcune fonti, il Cremlino avrebbe garantito un trattamento negli standard internazionali, mentre all'interno della Duma c'è chi ha chiesto il processo per terrorismo e chi ha proposto di fare per loro un'eccezione alla moratoria sull'applicazione della pena capitale.

Kiev: salvare le vite di chi è rimasto nell'acciaieria - In seguito alla tregua su Azovstal, annunciata da Mosca nel corso dell'82esimo giorno di guerra, lo Stato maggiore dell'esercito di Kiev ha annunciato che la guarnigione di Mariupol "ha compiuto la sua missione", fermando il piano dei russi di conquistare Zaporizhzhia e permettendo così all'esercito ucraino di riorganizzarsi. Poi ha chiesto ai suoi comandanti di concentrarsi sull’obiettivo di "salvare le vite" di chi è rimasto nell'acciaieria. La richiesta è stata quindi accettata dal capo del Battaglione Azov, Denis Prokopenko.

La Duma: "Criminali nazisti devono essere processati" - A quel punto la vicepremier ucraina, Iryna Vereshchuk, ha sostenuto che una volta che le condizioni dei feriti si saranno stabilizzate, "verranno scambiati con prigionieri di guerra russi" e ha assicurato che Kiev sta lavorando "alle prossime fasi dell'operazione umanitaria". Ma questa soluzione sembra al momento difficile da perseguire. "I criminali nazisti non dovrebbero essere scambiati, ma processati", ha detto infatti il presidente della Duma, Vyacheslav Volodin. Mentre la procura generale ha chiesto alla Corte suprema di riconoscere i combattenti di Azovstal come "organizzazione terroristica".

Le posizioni più oltranziste: dall'ergastolo alla pena di morte - Ha parlato addirittura di pena di morte, invece, il deputato russo Leonid Slutsky, secondo il quale "le bestie vanno processate, a maggior ragione se si provano i loro mostruosi crimini contro l’umanità. Ribadisco la mia proposta: occorre fare un'eccezione nella moratoria sull'applicazione della pena di morte in Russia", ha scritto sul suo account Telegram. Mentre il deputato della Duma, Sultan Khamzaev si è limitato a chiedere l'ergastolo: "Credo che dopo aver fornito loro le cure mediche necessarie, tutti i nazionalisti dovrebbero essere condannati alla pena più grave per i crimini che hanno commesso".

Quasi mille soldati si sono arresi da lunedì - Intanto il portavoce del ministero della Difesa russo, Igor Konashenkov, ha fatto il punto della situazione, precisando che dal 16 maggio sono 959 i militari ucraini dell'acciaieria Azovstal di Mariupol che si sono arresi alle forze russe. Solo nelle ultime 24 ore, i combattenti che hanno deposto le armi sono 694, di cui 29 feriti. "A Mariupol, i militanti dell'unità nazionalista Azov e i militari ucraini bloccati nello stabilimento di Azovstal hanno continuato ad arrendersi", ha sottolineato il portavoce. Secondo Konashenkov, in totale sono 80 i militari ucraini feriti tra quelli che si sono arresi. Incerto è invece il numero dei combattenti ancora all'interno dello stabilimento. "Ci sono ancora molte persone rimaste all'Azovstal e continuiamo i negoziati per farle uscire da lì, ha detto il viceministro della Difesa ucraino Hanna Maliar -. Le trattative sono ancora in corso e speriamo vivamente in un risultato positivo". 

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