A Washington, dove oltre il 90% ha votato per Kamala Harris, i giovani conservatori si rifugiano in serate "Make America Hot Again" per cercare l’amore in una città che li giudica per la politica
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Nella capitale più liberal d'America, trovare l'anima gemella è diventato un test politico. I giovani conservatori che si identificano con il movimento MAGA raccontano al Washington Post la difficoltà di costruire relazioni sentimentali in una città dove il 92,5% degli elettori ha scelto Kamala Harris alle ultime presidenziali. "Nessuno vuole uscire con noi", ammette Morgan Housley, 29 anni, arrivata a Washington per lavoro. Nelle sue parole, il disagio di una generazione che si sente isolata: "Cerco un uomo di fede, capace di proteggere e di prendersi cura, ma non se ne trovano". Tra app di dating e feste esclusive, i pro-Trump lamentano di essere giudicati non per il carattere o le aspirazioni, ma per le proprie idee politiche.
Washington è diventata un microcosmo della polarizzazione americana. La città che ospita la Casa Bianca e il Congresso è anche la più liberal del Paese, e la vita sentimentale riflette lo stesso schema di divisione. Michelle Jacoby, fondatrice dell'agenzia DC Matchmaking, spiega che fino al 2016 le preferenze politiche non erano nemmeno tra le domande dei profili: "Era semplicemente un non-problema. Oggi è una delle prime informazioni che i clienti vogliono chiarire". Gli esperti parlano di "political polarization on steroids", una polarizzazione spinta all'estremo che trasforma il primo appuntamento in un terreno minato, dove basta una battuta o un riferimento a Trump per chiudere ogni possibilità di conoscenza.
Housley non è un caso isolato. Molte giovani donne conservatrici raccontano di avere ideali tradizionali ma di non riuscire a trovare uomini coerenti con quei valori. "Pensavo che nella politica conservatrice ci fossero uomini più virili e decisi", spiega ancora Housley, "ma molti non sono così maschili come speravo". Taylor Hathorn, 33 anni, contractor della difesa, ha avuto oltre cinquanta appuntamenti negli ultimi sei anni senza trovare l'uomo giusto: "Evito Tinder, troppo superficiale. Cerco qualcuno che vada in chiesa e condivida la mia visione della vita". Le loro storie mostrano come la ricerca dell'amore, nel mondo MAGA, sia spesso legata a un ideale religioso e patriottico, difficile da ritrovare in un ambiente urbano e progressista come quello di Washington.
Per reagire all'isolamento, i conservatori più giovani organizzano eventi e serate riservate. Raquel Debono, consulente politica, ha lanciato a New York e Washington i "Make America Hot Again", incontri per single repubblicani. "Molti si sono divertiti, qualcuno ha trovato una relazione, ma per la maggior parte è solo un'occasione per conoscersi tra simili", racconta. Anche le app di dating, un tempo terreno neutrale, sono diventate trincee ideologiche. Un uomo progressista avrebbe chiesto a un'agenzia di non essere abbinato con nessuna persona che guidi una Tesla, simbolo del "nuovo establishment" legato a Elon Musk. E sempre più donne liberal rifiutano a priori partner repubblicani.
Non sono solo le donne a lamentare la difficoltà di trovare l'anima gemella. Anche molti uomini conservatori raccontano esperienze frustranti. Christopher Byrne, 28 anni, fondatore del "DC Social Collective", organizza eventi per giovani cattolici e professionisti a Washington. "Ho visto nascere coppie e persino qualche matrimonio", spiega, "ma personalmente ho avuto decine di appuntamenti senza successo". Secondo Byrne, la diffidenza verso chi sostiene Trump è evidente già dalle prime conversazioni: "Quando qualcuno scopre che ho votato repubblicano, il tono cambia. Non è più una chiacchierata tra persone, ma un test politico". Anche altri uomini intervistati dal Washington Post parlano di appuntamenti interrotti o mancati per divergenze ideologiche, segno che la polarizzazione attraversa entrambe le direzioni del corteggiamento.
Dietro le difficoltà dei pro-Trump nel mondo degli appuntamenti c'è la paura di essere etichettati. Una giovane staffer repubblicana intervistata dal Washington Post spiega: "Non potrei mai stare con qualcuno che mi considera una fascista solo perché sono di destra. Il mio partner deve sapere chi sono, non quello che pensa di me la politica". Gli incontri tra persone di orientamento diverso sono diventati rari e spesso tesi. "Prima del 2016 molti cercavano di apparire moderati", osserva Jacoby. "Ora invece ostentano le proprie convinzioni, quasi come un segno di identità".
Con oltre nove elettori su dieci schierati a sinistra, Washington offre poche opportunità ai single conservatori. Anche chi frequenta i circoli più tradizionali o gli eventi religiosi finisce spesso per sentirsi parte di una minoranza. Christopher Byrne, fondatore del DC Social Collective, organizza serate per giovani cattolici e professionisti. "Ho visto nascere coppie e anche qualche matrimonio", racconta. "Ma personalmente le mie esperienze sono state deludenti". La sua testimonianza chiude il cerchio di una generazione che, più che alla ricerca del vero amore, si ritrova a combattere la solitudine politica. Come sintetizza il Washington Post, nella nuova Washington divisa e ideologizzata anche il cuore ha un colore elettorale. Il fenomeno, osservano i sociologi, riflette una polarizzazione che ormai supera le urne e investe ogni ambito della vita quotidiana americana, dai luoghi di lavoro alle relazioni personali.