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Paolo Liguori a "Stasera Italia": "L'Europa non è pronta a una guerra a Putin e le sanzioni distruggono solo noi"

"Siamo divisi e disarmati di fronte alla mancanza di grano e acciaio", commenta il direttore editoriale di Tgcom24

 

"L'Europa non è pronta e unita per fare una guerra a Putin e le sanzioni distruggono solamente noi". Paolo Liguori non usa mezzi termini per analizzare gli avvenimenti degli ultimi giorni a proposito dell'avanzata russa in Ucraina e in merito alle conseguenze economiche che iniziano a farsi sentire in diversi paesi.

 

Mentre i leader europei faticano a trovare un'intesa sul sesto pacchetto di sanzioni, che dovrebbe riguardare principalmente l'embargo sul petrolio, il direttore editoriale di Tgcom24 interviene a "Stasera Italia", dove invoca la verità invece di "una propaganda che spacca ulteriormente l'Europa attraverso la rivisitazione dei trattati": "La guerra contro Putin ci unisce, ma il gas ci divide, il petrolio ci divide. Era chiaro dalla prima settimana di guerra che non avremmo potuto fare diversamente, invece ci siamo infilati in un vicolo cieco che ci ha spinti a fornire armi all'Ucraina, con la convinzione che avrebbe avuto la meglio. Ma non è così".

 

Evidenziando come Putin abbia già vinto "la sua guerra, quella nel Donbass", Liguori si sofferma quindi sulla "buona notizia" del giorno che arriva dagli Stati Uniti d'America, ossia il rifiuto di Biden all'invio di armi a lunga gittata a Zelensky. E avverte: "Siamo completamente divisi e disarmati di fronte a questa situazione, la mancanza di grano e acciaio ci terrorizza perché senza non costruiamo più. Azovstal produceva sei milioni di tonnellate e due li importava l'Italia. Vogliamo parlare di cose concrete o continuiamo con le bandierine del patriottismo di guerra?".


Infine, dopo aver ribadito l'importanza di seguire la via della diplomazia e sospendere l'invio di armi, si concentra sulle mosse del Presidente del Consiglio Mario Draghi: "Putin non vuole parlare con noi, ha limitato l'Italia a differenza di altri paesi europei come Francia, Germania e Turchia, che probabilmente tratteranno la fine di questa guerra".
 

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