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Olanda, i giubbotti di salvataggio dei migranti diventano il loro nuovo lavoro

Lʼidea dellʼazienda olandese Markers Unite è trasformare i salvagenti in borse. I rifugiati si liberano dalla disoccupazione e le spiagge sono ripulite

Olanda, i giubbotti di salvataggio dei migranti diventano il loro nuovo lavoro - foto 1
-afp

I giubbotti di salvataggio della guardia costiera li hanno salvati due volte.

Prima dall'affogamento in mare, poi dalla disoccupazione. Un gruppo di migranti è stato assunto dall'azienda olandese Markers Unite per trasformare i salvagenti arancioni e neri in borse. Si ripuliscono così anche le spiagge del Mediterraneo, dove i giubbotti venivano abbandonati.

Una seconda possibilità "Ai nuovi arrivati e ai giubbotti di salvataggio da buttare diamo una seconda chance", ha spiegato Thami Schweichler, direttore e cofondatore della Markers Unite al quotidiano britannico The Guardian. "Speriamo che i nostri prodotti aiutino a creare maggior consapevolezza riguardo i rifugiati e allo stesso tempo possano permettergli di costruirsi un futuro". E sembra sia così per Ramzi Aloker, 46 anni. Quando viveva a Damasco, in Siria, disegnava vestiti per ragazze, ora cuce borse in plastica per un negozio alla periferia di Amsterdam. "Quando lavoro, penso alle persone che sono state salvate da questi giubbotti", racconta. "Mi ricordo anche il mio viaggio. Il mare scuro e le cime delle montagne greche". Una storia simile è quella di Eman Haj Omar e del marito Ammar, entrambi impiegati nel nuovo progetto. Vivevano ad Aleppo e lavoravano con una macchina da cucire nell'azienda del padre di Ammar. Quando i bombardamenti sono iniziati, hanno deciso di partire. 3 mila euro per un viaggio di quattro ore, fino all'isola di Kos in Grecia. "Avevamo il terrore che la barca affondasse. Era buio. I nostri figli continuavano a piangere", ricorda Eman. All'inizio, il lavoro le ricordava quanto avevano sofferto durante il viaggio, ora pensa che che sia un ottimo posto dove imparare l'olandese e iniziare a conoscere persone nuove.

Com'è nata l'idea Sono più di 850 mila le persone arrivate in Grecia sui barconi, dal 2015 a oggi. Sulle isole, a Kos e Lesbo, gli abitanti si sono trovati invasi da giubbotti di salvataggio abbandonati sulle spiagge. La Markers Unite ha sentito parlare del problema e così è arrivata l'idea. 5 mila salvagenti inviati ad Amsterdam e 71 migranti arruolati. L'iniziativa si è sviluppata all'interno del progetto del Governo per aiutare i rifugiati a costruirsi una carriera in Olanda. I sarti cuciono le borse e le vendono. Ogni mese sono fra le 100 e le 200 quelle che vengono ordinate, soprattutto via internet. I clienti sono per la maggior parte olandesi, ma anche inglesi e americani. Dal 7 maggio poi le borse saranno disponibili anche al Victoria and Albert Museum di Londra.

Ricostruirsi una vita Per ora si tratta di un'adesione volontaria al progetto. I sarti ricevono circa 150 euro al mese, oltre al sussidio di disoccupazione. Ma il 10% di quelli che hanno preso parte all'iniziativa hanno trovato un vero lavoro. Altri hanno iniziato dei tirocini oppure si sono messi in proprio. Ramzi Alocker ha raccontato al Guardian di voler creare un brand tutto suo di vestiti per ragazze. A breve intanto inizierà il programma di inserimento per diventare sarto alla Suitsupply, un marchio olandese di moda maschile.