la provocazione

Neonazista tedesco si dichiara trans per scontare la pena in un carcere femminile

Omofobo e transfobo, Sven Liebich, oggi legalmente Marla-Svenja Liebich, varcherà la soglia del penitenziario di Chemnitz il 29 agosto per una condanna a 18 mesi per una serie di reati, tra cui incitamento all'odio. E' polemica in Germania sulla legge sull'autodeterminazione

26 Ago 2025 - 11:32
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Il neonazista Sven Liebich, 55 anni, che ha cambiato legalmente sesso assumendo il nome di Marla-Svenja Liebich, è al centro del dibattito sulla legge tedesca sull'autodeterminazione di genere. L'uomo, noto per le sue posizione omofobe e transfobe, con un'autodichiarazione e 50 euro, è diventata da un punto di vista legale trans e il 29 agosto varcherà la soglia del penitenziario femminile di Chemnitz per scontare una condanna a 18 mesi per una serie di reati, tra i quali l'incitamento all'odio. La sua provocazione è al centro di una bufera politica in Germania.

La vicenda

 Condannata a un anno e sei mesi di reclusione senza condizionale per istigazione all'odio, diffamazione e ingiurie, Liebich era stata giudicata nel luglio 2023 dal tribunale di Halle, quando risultava ancora legalmente uomo. Sia il ricorso in appello che la revisione sono stati respinti: la sentenza è definitiva. La Procura di Halle ha disposto l'esecuzione della pena in Sassonia, in base al domicilio di Liebich.

Liebich ha anche annunciato sul social X che il 29 agosto comincerà la detenzione e, prima di entrare in carcere, sarà anche a disposizione per interviste: secondo molti si tratta solo di una trovata per criticare la riforma che facilita le procedure per la modifica del sesso. Del resto in passato Liebich non aveva mai nascosto le sue posizioni apertamente omofobe e transfobiche.

La detenzione di Sven Liebich, dunque, che dal dicembre 2024 si fa chiamare Marla Svenja Liebich con l'aiuto della legge sull'autodeterminazione e ha fatto modificare il suo stato civile di conseguenza all'anagrafe della città di Schkeuditz, in Sassonia, sta suscitando un dibattito politico in Germania: come Marla Svenja, il militante neonazista finirà, dunque, in un carcere femminile.

Secondo quanto dichiarato all'emittente Mdr dal procuratore capo Dennis Cernota, al momento dell'ingresso si terrà un colloquio di valutazione. La direzione del penitenziario potrà così stabilire se la detenzione comporti rischi per la sicurezza o l'ordine interno. In tal caso, potrebbe essere disposta una ricollocazione.

Parallelamente, Julian Reichelt, direttore del portale Nius, ha ottenuto una vittoria legale contro Liebich. Il Tribunale di Berlino ha stabilito che la sua affermazione secondo cui Liebich "non è una donna" rientra nella libertà di espressione. Pur riconoscendo un'ingerenza nel diritto alla personalità, i giudici hanno ritenuto che in questo caso prevalga il diritto di opinione. La dichiarazione è stata interpretata come una critica al governo federale e, in particolare, alla legge sull'autodeterminazione approvata nel 2024, che ha reso più semplice il cambio di genere anagrafico.

Bufera sulla legge

 La discussione ruota, infatti, intorno all'interpretazione della legge sull'autodeterminazione, entrata in vigore il 1° novembre, che consente a uomini e donne di definire autonomamente la propria identità di genere una volta all'anno. Tutto ciò che devono fare è pagare una tassa di elaborazione di circa 50 euro alle autorità che effettuano l'iscrizione nel registro.

Di fronte a questa vicenda, Cdu e Csu, al governo con l'Spd, ritengono che la legge sull'autodeterminazione necessiti di una revisione urgente. "Ritengo inevitabili modifiche a questa legge, anche a tutela di chi deve essere protetto da essa. Il caso Liebich è un esempio deterrente che dimostra che la legge così com'è non può restare", ha dichiarato il capogruppo parlamentare della Csu, Alexander Hoffmann al quotidiano Stern.

Secondo Hoffmann, la tutela delle persone trans è importante, ma "la legge apre la porta ad abusi nel cambiamento di genere". Nel contratto di coalizione, Spd e Unione avevano già concordato di valutare gli effetti della legge. Anche Günter Krings, vicepresidente del gruppo parlamentare dell'Unione responsabile della Giustizia, ritiene necessario un cambiamento: "Vediamo ancora un grande bisogno di modifiche perché la legge rende troppo facile cambiare genere, favorendo possibili abusi".

Krings va oltre e propone che Liebich venga trasferita in un carcere maschile, sottolineando "l'assegnazione a un carcere femminile dovrebbe basarsi sul sesso biologico e non su quello legale, che oggi non ha più rilevanza." La decisione spetta ai singoli Laender, poiché l'amministrazione penitenziaria è di competenza regionale.

Il deputato dell'Unione Christoph Ploss chiede invece l'abolizione totale della legge: "Se chiunque può cambiare legalmente genere una volta all'anno, vengono messi a rischio, tra l'altro, gli spazi protetti per le donne". Ploss critica anche la possibilità di querelare giornalisti che riportano abusi della legge, riferendosi alle cause intentate da Liebich contro chi lo definisce uomo: "La legge voluta dal governo 'semaforo' deve essere abolita il prima possibile".

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