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Nagorno-Karabakh, siglato il cessate il fuoco tra Armenia e Azerbaigian | La Russia invia le sue forze di pace

I combattimenti erano iniziati lo scorso 27 settembre. Il primo ministro armeno: “Firmare il patto è stato estremamente doloroso per me e per il nostro popolo"

Nagorno-Kabarakh: la tregua scontenta gli armeni | Festa per le strade di Baku

Un nuovo accordo è stato firmato da Armenia e Azerbaigian per fermare i combattimenti nella regione del Nagorno-Karabakh. La pace potrebbe essere più duratura perché il patto è stato siglato anche dalla Russia, che ha inviato una decina di aerei con a bordo circa 2mila uomini in qualità di forze di pace

La storia del Nagorno-Karabakh - Questa regione è sotto il controllo delle forze armene dal 1994, quando una tregua ha posto fine alla guerra separatista in cui sono morte circa 30mila persone. Da allora si sono verificati scontri sporadici con l'Azerbaigian e lo scorso 27 settembre sono iniziati i combattimenti su vasta scala. Sono stati annunciati diversi cessate il fuoco, poi sistematicamente violati. Nel siglare questo accordo, che si preannuncia più duraturo, l'Azerbaigian ha compiuto progressi significativi, tra cui il controllo della città di importanza strategica di Shushi.

 

La reazione armena - Il primo ministro armeno, Nikol Pashinian, ha scritto in un post su Facebook: “Firmare l'accordo è stato estremamente doloroso per me personalmente e per il nostro popolo". Il leader separatista del Nagorno-Karabakh, Arayik Harutyunyan, ha aggiunto che se le ostilità fossero continuate allo stesso ritmo, l’Armenia avrebbe perso tutto l'Artsakh (il nome armeno per il Nagorno-Karabakh) in pochi giorni. L’accordo non è stato però accolto favorevolmente dal popolo armeno: alcuni uomini hanno preso d'assalto edifici governativi, chiedendo al Parlamento di invalidare l'accordo. Decine di manifestanti si sono riuniti la mattina dopo davanti al palazzo del Parlamento nella capitale armena di Erevan. 

 

La vittoria dell’Azerbaigian -  Il presidente azero, Ilham Aliyev, ha definito l'accordo una "vittoria gloriosa" su Twitter e molte persone si sono riversate nelle strade di Baku per festeggiare. Armenia e Azerbaigian hanno concordato di scambiarsi i prigionieri e di restituire i corpi di coloro che sono morti nel conflitto: lo ha dichiarato il presidente russo Vladimir Putin, secondo cui i profughi "ritorneranno nel territorio del Nagorno-Karabakh e nei distretti adiacenti sotto la supervisione dell'Alto commissario Onu per i rifugiati".

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