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Molestie sul lavoro, sulla scia del #MeToo il 79% delle aziende in Europa adotta misure di contrasto

Lo rivela unʼindagine basata sulle interviste a oltre 800 top manager delle Risorse umane. Un datore di lavoro su cinque si è spinto fino al punto di riaprire le indagini sui casi passati

Molestie sul lavoro, sulla scia del #MeToo il 79% delle aziende in Europa adotta misure di contrasto - foto 1
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Il movimento #MeToo ha spinto il 79% delle aziende europee a mettere in campo azioni concrete per contrastare i casi di molestie sul posto di lavoro: è quanto emerge da un'indagine condotta dallo studio legale Littler.

La ricerca, basata sulle interviste a oltre 800 top manager delle Risorse umane in tutta Europa, mette in luce come un datore di lavoro su cinque si sia spinto fino al punto di riaprire le indagini sui casi passati di molestie sessuali.

Per quanto riguarda la riapertura dei precedenti casi, il tasso è elevato soprattutto in Paesi come Belgio (28%), Germania (23%) e Francia (23%). Secondo lo studio internazionale di Diritto del Lavoro, questa scelta rappresenta "un passo molto significativo per le aziende e riflette l'alto livello di attenzione generato dal fenomeno #MeToo".

Molti dipendenti, attuali e del passato, potrebbero ritrovarsi esposti a ulteriori indagini e conseguenti azioni legali. Fa discutere, in particolare, il caso della banca d'affari europea che ha licenziato due dipendenti a Londra, dopo che un ex dipendente aveva chiesto la riapertura delle indagini su un caso di molestie sessuali.

Il gap della parità salariale uomo-donna in Italia - Un tema molto discusso, soprattutto in Italia, è sicuramente quello del "gender pay equity". Il 43% delle aziende ritiene non più rimandabile l'introduzione di leggi in tutta Europa che impongano la segnalazione dei gap salariali tra uomini e donne, con Italia e Spagna capofila con oltre il 52% di professionisti delle Risorse umane intervistati che lo considerano un "dovere" per il nuovo anno.

"Il #MeToo movement è stata una vera bomba, non solo nello show business - spiegano Carlo Majer e Edgardo Ratti, co-Managing Partners di Littler in Italia - come siamo portati a pensare, ma anche nel mondo delle imprese e del lavoro. E la nostra ricerca lo evidenzia chiaramente: con un leggero ritardo dell'Italia e dell'Inghilterra su altri Paesi, per una volta accomunate come fanalino di coda sul tema. Questo perché le aziende italiane o inglesi pensano di non esserne interessate: una riflessione importante da portare nei consigli di amministrazione. La grande sfida per le aziende è evitare di scivolare nell'attivazione di misure di tutela che, di fatto, si risolvano nell'isolamento dei soggetti da tutelare, generando così un effetto opposto soprattutto per le donne, per le loro performance e la loro carriera".