La manifestazione era stata organizzata per protestare contro la violenza diffusa
Violenti scontri si sono verificati sabato pomeriggio a Città del Messico durante la manifestazione della "Generazione Z", convocata per sollecitare interventi immediati contro la violenza diffusa e i fenomeni di corruzione nella politica. Secondo quanto riferito dalle autorità locali, il bilancio provvisorio è di venti arresti, una ventina di civili feriti e circa cento agenti coinvolti, quaranta dei quali trasferiti in ospedale in condizioni considerate non critiche. La mobilitazione, che contava circa 17mila partecipanti e si svolgeva in parallelo ad altre iniziative organizzate in numerose città del Paese, aveva preso avvio in forma pacifica dalla piazza dell’Angel de la Independencia prima di dirigersi verso lo Zocalo, l’ampia area davanti al Palazzo nazionale.
La situazione è cambiata radicalmente all’arrivo del corteo nello Zocalo, dove erano state installate nei giorni precedenti delle barriere protettive a tutela del Palazzo nazionale. Secondo le cronache locali, un gruppo formato da circa un migliaio di persone con il volto coperto ha tentato di abbattere le strutture metalliche, generando un rapido confronto con le forze dell’ordine presenti a presidio dell’area. Da quel momento la tensione è esplosa, provocando scontri documentati da numerosi video e fotografie diffusi sui social network. Le immagini mostrano il fitto dispiegamento di agenti impegnati a contenere il tentativo di sfondamento e i manifestanti fuggire.
In seguito alle violenze, venti persone sono state arrestate, mentre tra i feriti si registrano circa venti civili e un centinaio di poliziotti. Di questi ultimi, quaranta sono stati trasferiti in ospedale per controlli e cure, ma nessuno versa in condizioni ritenute gravi. Le autorità hanno ribadito che il dispositivo di sicurezza predisposto per la manifestazione era stato calibrato per favorire lo svolgimento pacifico dell’iniziativa, sottolineando che le violenze sono scoppiate solo dopo il tentativo di sfondamento delle barriere davanti al Palazzo nazionale.
Nel corso di un evento pubblico organizzato nello stato di Tabasco, la presidente del Messico, Claudia Sheinbaum, ha condannato quanto accaduto. Rivolgendosi ai presenti, ha affermato: "No alla violenza. Se non si è d'accordo bisogna manifestare in modo pacifico, non si usa mai la violenza per cambiare".
La marcia della "Generazione Z" era stata indetta con l’obiettivo di ricordare le numerose vittime della violenza nel Paese, un fenomeno che negli ultimi anni non ha mostrato significativi segnali di riduzione, neppure dopo l’ascesa al potere, nel 2018, del Movimento di rigenerazione nazionale. La tensione sociale si è accentuata in seguito all’uccisione, avvenuta il 1 novembre, di Carlos Manzo, sindaco del comune di Uruapan, noto per la sua linea di fermezza nei confronti della criminalità e per le pressioni rivolte alle istituzioni, accusate da più parti di non intervenire con sufficiente determinazione. Il sombrero che Manzo indossava abitualmente è diventato un simbolo delle mobilitazioni tenute nel suo stato d’origine, il Michoacán, e anche nella stessa Città del Messico. Alla richiesta di maggiore sicurezza si è aggiunta la voce dei più giovani, che durante la protesta hanno sottolineato l’esigenza di maggiori opportunità e condizioni di equità nel Paese.
Nei giorni precedenti la manifestazione, la presidente Sheinbaum aveva espresso timori riguardo possibili manipolazioni delle proteste. In alcune dichiarazioni pubbliche aveva parlato della presenza di iniziative "promosse dall'estero" e del ruolo di falsi profili sui social network nel tentativo di amplificare il malcontento. Aveva inoltre citato il possibile sostegno di partiti di opposizione, storicamente centrali nella vita politica messicana, suggerendo che tali forze potessero avere interesse a indirizzare o strumentalizzare il movimento.