Carlos Alberto Manzo Rodríguez, primo cittadino di Uruapan, è stato assassinato a colpi di pistola davanti alla folla. La presidente Sheinbaum promette giustizia
© Tgcom24
Durante i festeggiamenti del Giorno dei Morti, a Uruapan nello Stato messicano di Michoacán, il sindaco Carlos Alberto Manzo Rodríguez è stato assassinato in piazza, davanti a decine di persone. L’attacco, ripreso in un video diffuso sui social, ha scosso il Paese e riportato l’attenzione sulla violenza dei cartelli che continuano a insanguinare il Messico. L’aggressore, poi ucciso sul posto dalle forze di sicurezza, ha esploso sette colpi di arma da fuoco. Il sindaco è morto poco dopo in ospedale.
L’agguato è avvenuto nel cuore del centro storico di Uruapan, dove centinaia di residenti e turisti si erano radunati per celebrare il tradizionale Giorno dei Morti, tra candele, fiori di calendula e decorazioni in forma di teschi. Secondo quanto riferito dalle autorità, l’assalitore ha aperto il fuoco improvvisamente contro il sindaco, ferendo anche un membro del consiglio comunale e una guardia del corpo. È stato neutralizzato e ucciso subito dopo. L’arma utilizzata risulta collegata a due recenti scontri armati tra gruppi criminali rivali operanti nella regione. Lo Stato di Michoacán, dove si trova Uruapan, è uno dei più violenti del Paese, teatro di continue lotte tra cartelli per il controllo del territorio e delle rotte del narcotraffico.
Carlos Alberto Manzo Rodríguez, 45 anni, era stato eletto sindaco di Uruapan nel 2024 con il partito Morena. Ex deputato statale, si era distinto per la linea dura contro la corruzione e per le denunce pubbliche rivolte ai gruppi criminali locali. Aveva chiesto pubblicamente sostegno al governo federale per rafforzare la sicurezza e affrontare l’influenza dei cartelli. Dal dicembre 2024 viveva sotto protezione, con un dispositivo di sicurezza formato da polizia municipale e quattordici agenti della Guardia Nazionale. In una delle sue ultime dichiarazioni, aveva avvertito: "Non voglio essere un altro sindaco sulla lista di quelli uccisi", consapevole dei rischi che comportava la sua posizione.
Dopo l’omicidio, la presidente del Messico Claudia Sheinbaum ha convocato una riunione straordinaria del gabinetto di sicurezza, promettendo che "non ci sarà impunità". La leader ha ribadito l’impegno del governo "a rafforzare la pace e la sicurezza in tutto il Paese", condannando con fermezza l’attacco. Il ministro della Sicurezza Rosa Icela Rodríguez ha dichiarato che le indagini sono già in corso e che "verrà fatta piena luce su chi ha ordinato e finanziato l’attentato". Le autorità federali hanno inviato rinforzi militari nella regione per prevenire nuove violenze.
Il Michoacán è da anni uno degli epicentri della violenza in Messico. Nella zona operano diversi cartelli, tra cui quelli legati al narcotraffico e al controllo della produzione di avocado, una delle principali risorse economiche locali. Proprio a Uruapan si concentrano molti interessi legati al cosiddetto "oro verde", settore spesso infiltrato dal crimine organizzato. Negli ultimi anni, numerosi funzionari e sindaci della regione sono stati minacciati, rapiti o uccisi. Le autorità federali hanno più volte cercato di ristabilire il controllo, ma la complessità del territorio e la forza economica dei gruppi criminali rendono difficile un intervento risolutivo.
L’assassinio del sindaco Manzo Rodríguez rappresenta un duro colpo per le istituzioni messicane e per la fiducia dei cittadini nella sicurezza pubblica. L’episodio sottolinea il rischio costante a cui sono esposti gli amministratori locali che si oppongono al potere dei cartelli. Il corteo funebre organizzato oggi a Uruapan ha visto la partecipazione di centinaia di persone, vestite di nero e con fotografie del sindaco, che hanno intonato slogan come "Giustizia! Giustizia!". Il cavallo nero di Manzo Rodríguez, con il cappello del sindaco sulla sella, ha aperto la processione, accompagnata da musicisti mariachi in segno di lutto. Le indagini sono in corso e il governo ha assicurato che verranno adottate ulteriori misure per proteggere i rappresentanti locali e rafforzare la presenza dello Stato nelle aree più esposte alla violenza.