Il cooperante veneto è detenuto da oltre un anno in Venezuela
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Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nei giorni scorsi ha telefonato alla madre di Alberto Trentini, il cooperante veneto detenuto da oltre un anno in Venezuela. Lo si apprende da fonti vicine alla famiglia dell'operatore umanitario. Mattarella avrebbe espresso vicinanza ad Armanda Colusso, manifestandole la solidarietà da parte di tutto il Paese.
Nel corso del colloquio il Capo dello Stato ha voluto mandare un messaggio di sostegno ai familiari del 46enne. Un gesto concreto giunto dopo che la madre del cooperante non aveva nascosto, nei giorni scorsi, la sua amarezza per una situazione che sembra non sbloccarsi, chiedendo al governo "un'azione più incisiva".
"Mi chiedo ogni mattina - aveva affermato la donna - quando inizia un nuovo giorno, cosa penserà del suo Paese che sembra averlo abbandonato? Sono ormai 13 mesi che Alberto è in prigione e noi non sappiamo darci pace". Una trattativa con le autorità venezuelane è comunque in piedi, come ha dichiarato l'avvocatessa Alessandra Ballerini, legale della famiglia. "La situazione non è ferma. Si sta trattando, ci sono dei movimenti, e ci sono persone e istituzioni che si stanno dando da fare", ha affermato la penalista.
Trentini nelle scorse settimane ha contattato casa con brevi telefonate in cui ha rassicurato sulle sue condizioni di salute. L'uomo era arrivato in Venezuela il 17 ottobre 2024 per una missione con le Ong Humanity e Inclusion. Il 15 novembre, mentre stava raggiungendo Guasdalito dalla capitale Caracas, è stato fermato e arrestato - senza conoscere le ragioni - a un posto di blocco, insieme all'autista della Ong. Lì è iniziata la sua odissea che dura oramai da 404 giorni. A favorire una soluzione del caso non contribuisce certamente l'escalation della contrapposizione tra Stati Uniti e Venezuela, che sembra non arrestarsi.