Gaza, ecco le soldatesse israeliane liberate da Hamas
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La Casa Bianca ha richiesto una "breve e temporanea estensione" del cessate il fuoco in Libano. Israele: l'Unrwa deve lasciare Gerusalemme entro il 30 gennaio
di Redazione onlineLa guerra in Medioriente tra Israele e Hamas e che coinvolge Libano, Siria e Iran, è giunta al giorno 476. Hamas ha comunicato al premier Netanyahu i nomi degli ostaggi che saranno rilasciate sabato, appartenenti al secondo gruppo di liberati della prima fase dell'accordo di cessate il fuoco: si tratta di 4 soldatesse israeliane. Israele ah chiesto che l'Unrwa, l'agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di assistere i rifugiati palestinesi, "deve cessare le sue operazioni a Gerusalemme ed evacuare tutti i locali in cui opera nella città" entro il 30 gennaio. Intanto la Casa Bianca ha richiesto una "breve e temporanea estensione" del termine di 60 giorni entro il quale Israele dovrebbe ritirare le sue forze dal sud del Libano, come previsto dall'accordo di cessate il fuoco raggiunto a novembre. Il termine dei 60 giorni è fissato per domenica.
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Sulla base di uno degli ordini esecutivi di Donald Trump, il neo segretario di Stato Usa Marco Rubio ha bloccato nuovi finanziamenti per quasi tutti gli aiuti esteri degli Stati Uniti, con eccezioni per i programmi alimentari di emergenza e gli aiuti militari a Israele ed Egitto. L'ordine, inviato via cable alle ambasciate statunitensi in tutto il mondo, blocca molti miliardi di dollari in progetti finanziati da Washington a livello globale per sostenere tra l'altro la salute, l'istruzione, lo sviluppo, la formazione professionale, la lotta alla corruzione, l'assistenza alla sicurezza.
L'Unrwa, l'agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di assistere i rifugiati palestinesi, "deve cessare le sue operazioni a Gerusalemme ed evacuare tutti i locali in cui opera nella città" entro il 30 gennaio. Lo ha scritto l'ambasciatore israeliano al Palazzo di vetro al segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres in una lettera. Il 30 gennaio entra in vigore una legge che vieta all'Unrwa di operare sul territorio israeliano e di avere contatti con le autorità israeliane.
Domani si terranno le prime deportazioni di prigionieri di sicurezza palestinesi rilasciati. Lo riporta Haaretz, citando una fonte di sicurezza anonima. Alcuni di loro saranno trasferiti a Gaza, anziché nelle loro case in Cisgiordania, mentre altri saranno trasferiti in Egitto. La politica di Israele è in gran parte quella di deportare i prigionieri condannati all'ergastolo per omicidio, anziché consentire loro di tornare in Cisgiordania o a Gerusalemme Est.
La Casa Bianca ha richiesto una "breve e temporanea estensione" del termine di 60 giorni entro il quale Israele dovrebbe ritirare le sue forze dal sud del Libano, come previsto dall'accordo di cessate il fuoco raggiunto a novembre con il Libano. Lo riferisce il Times of Israel. Il termine dei 60 giorni è fissato per domenica. In precedenza, il primo ministro Netanyahu aveva annunciato che Israele non avrebbe completato il ritiro entro la scadenza, violando così i termini dell'accordo di cessate il fuoco. Sostenendo apparentemente la posizione di Netanyahu, la Casa Bianca ha dichiarato: "Il presidente Trump è impegnato a garantire che i cittadini israeliani possano tornare in sicurezza nelle loro case nel nord di Israele, sostenendo al contempo il presidente Aoun e il nuovo governo libanese".
Israele ha informato i mediatori che Hamas ha violato l'accordo e che ciò non è accettabile, ma non farà saltare il piano. Le famiglie degli ostaggi che saranno liberati domani sono state informate dagli ufficiali dell'Idf. Lo riferisce Ynet. Un funzionario israeliano ha dichiarato che Israele si sta preparando ad accogliere i quattro rapiti secondo la lista pubblicata da Hamas, anche se ciò costituisce una violazione da parte dell'organizzazione terroristica.
Nella lista dei nomi comunicata da Hamas a Israele delle quattro soldatesse che saranno rilasciate domani ci sono Karina Ariev, Daniella Gilboa, Naama Levy e Liri Albag, tutte ventenni. Lo riporta la Bbc sottolineando che saranno liberate in cambio di 180 prigionieri palestinesi detenuti in Israele.
Hamas ha reso noto i nomi degli ostaggi che saranno liberati domani, precisando che si tratta di quattro soldatesse.
L'Ufficio del Primo Ministro Netanyahu riferisce che "è stata ricevuta dai mediatori una lista di ostaggi che saranno liberati, ma che la risposta ufficiale di Israele verrà fornita in seguito".
Hamas ha comunicato i nomi delle 4 donne israeliane tenute ostaggio che saranno liberate nell'ambito dell'accordo di cessate il fuoco a Gaza. Le autorità israeliane hanno chiesto ai media di non pubblicare i nomi finché non saranno state informate le famiglie. Lo riporta il Times of Israel.
I familiari degli ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas stanno bloccando la principale autostrada di Tel Aviv, chiedendo al primo ministro Benjamin Netanyahu di non soccombere alle pressioni dei rappresentanti dell'estrema destra Betzalel Smotrich e Itamar Ben-Gvir, che chiedono che la guerra venga ripresa. Lo riporta Haaretz. I parenti degli ostaggi chiedono a Netanyahu di "impegnarsi affinché Israele porti a termine l'accordo in toto" e che tutti gli ostaggi tornino a casa.
Fonti palestinesi riferiscono che Qays al-Saadi, il comandante a Jenin delle Brigate Az ad-Din al-Qassam, l'ala militare di Hamas, si è consegnato all'esercito israeliano nella parte orientale della città. Lo riferisce Ynet.
Le Nazioni Unite hanno sospeso i loro viaggi nelle aree dello Yemen controllate dagli Houthi. L'annuncio arriva dopo che il gruppo ribelle ha arrestato personale dell'Onu, persone associate all'ambasciata statunitense a Sanaa, un tempo aperta, e membri di associazioni. Gli Houthi non hanno riconosciuto immediatamente la decisione delle Nazioni Unite. Tuttavia, la decisione giunge mentre il gruppo yemenita sta cercando di attenuare i suoi attacchi nel Mar Rosso, dopo che è stato raggiunto un cessate il fuoco a Gaza tra Israele e Hamas.
L'ufficio del premier Benyamin Netanyahu rende noto che il ritiro dell'Idf dal sud del Libano, che secondo l'accordo di cessate il fuoco dovrebbe avvenire entro 60 giorni, potrebbe richiedere più tempo. "Il ritiro dipende dai tempi impiegati dall'esercito libanese per schierarsi nella parte meridionale del Libano e applicare l'accordo in modo completo ed efficace, incluso il ritiro di Hezbollah oltre il fiume Litani. Tutto questo avverrà in stretta collaborazione con gli Usa". La nota sottolinea che Israele non metterà a rischio i suoi cittadini (nel nord) e che l'obiettivo è dare ai residenti la sicurezza per tornare a casa.
"Il cessate il fuoco a Gaza lascia sperare: è ancora temporaneo ma noi siamo a favore dell'attuazione dell'accordo. A nostro giudizio Israele e Palestina meritano la pace. Infine siamo impegnati in colloqui sul fronte della ricostruzione e dello sviluppo di Gaza". Lo ha detto l'Alto rappresentante Ue Kaja Kallas ad Ankara.
Il gabinetto di sicurezza riunito fino a tarda notte, non è giunto a un accordo se il governo debba dare il via libera al ritiro dell'esercito israeliano dal sud del Libano previsto per il 27 gennaio o premere per una proroga di 30 giorni. Lo ha riferito un alto funzionario israeliano a Ynet, secondo cui è probabile che Israele mantenga le sue truppe in alcune parti del Libano meridionale anche oltre la scadenza stabilita nell'accordo di cessate il fuoco firmato a novembre. In base ai termini del cessate il fuoco, le Forze di difesa israeliane sono tenute a cedere tutte le loro posizioni nel Libano meridionale alle Forze armate libanesi entro il 26 gennaio. Tuttavia, Israele avrebbe richiesto una proroga di 30 giorni, sostenendo che l'esercito libanese si è schierato troppo lentamente nella regione, dando a Hezbollah il tempo di riorganizzarsi.
Per il presidente degli Stati Uniti Donald Trump l'accordo di cessate il fuoco a Gaza "dovrebbe reggere". "L'accordo dovrebbe reggere, ma in caso contrario ci saranno molti problemi", ha avvertito il neo inquilino della Casa Bianca. Alla richiesta di approfondire, Trump ha detto ai giornalisti: "E' un posto molto complicato". Trump ha poi attribuito al suo inviato per il Medio Oriente Steve Witkoff il merito di aver assicurato l'accordo che era sfuggito per mesi. "Quell'accordo non sarebbe mai stato concluso senza Steve", ha infatti aggiunto.
L'esercito libanese e la Forza d'interposizione delle Nazioni Unite in Libano (Unifil) sono in stato di massima allerta in vista di domenica mattina, 26 gennaio, quando scadrà il termine di 60 giorni previsto dall'accordo di cessate il fuoco tra Hezbollah e Israele. Lo ha riferito il quotidiano libanese "Al Akhbar", secondo cui potrebbero verificarsi incidenti se gli sfollati del sud rientreranno nelle città di confine dove sono ancora schierate le forze israeliane.
L'inviato del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per il Medio Oriente, Steve Witkoff, visiterà Israele la prossima settimana dopo aver fatto una prima tappa in Arabia Saudita. Lo ha riportato una televisione israeliana. Secondo l'emittente Channel 12, la missione di Witkoff nello Stato ebraico dovrebbe concentrarsi sulla negoziazione della seconda fase dell'accordo di rilascio degli ostaggi e di cessate il fuoco tra Israele e Hamas, la cui prima fase è entrata in vigore questa domenica. Witkoff sta inoltre pianificando di visitare la Striscia di Gaza, cosa che ha confermato pubblicamente all'emittente all'inizio di questa settimana.