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Gaza, Netanyahu: "Voglio un accordo per la liberazione degli ostaggi" | La replica di Hamas: "A lui l'intesa non interessa"

Il premier israeliano apprezza "gli sforzi degli Stati Uniti" per raggiungere un'intesa. Media Egitto: "Ripresi a Doha i colloqui"

25 Feb 2024 - 21:59

La guerra in Medioriente tra Israele e Hamas giunge al giorno 142. Netanyahu dice che Israele sta lavorando a "un accordo per gli ostaggi" e auspica che Hamas "abbassi le sue pretese deliranti". Inoltre dice di apprezzare "gli sforzi degli Stati Uniti". Proprio il consigliere alla sicurezza nazionale della Casa Bianca Jake Sullivan afferma: "Speriamo che nei prossimi giorni si possa arrivare al punto di un accordo finale". Hamas replica: "A Netanyahu non interessa raggiungere un accordo, lui vuole proseguire le trattative sotto i bombardamenti e il bagno di sangue dei palestinesi". Media egiziani fanno sapere che i negoziati sono ripresi a Doha tra "esperti Usa, Egitto, Qatar, Israele e Hamas". Il Papa: "Non dimentichiamoci di pregare per Israele la Palestina, e non scordiamo i bambini feriti". 


Israele inizierà da domani a inoltrare aiuti umanitari nel nord della Striscia di Gaza, accogliendo così pressioni giunte dagli Stati Uniti. Lo ha riferito la televisione pubblica Kan. Ieri l'Unrwa, l'ente dell'Onu per i rifugiati, aveva annunciato di aver sospeso la distribuzione di aiuti per cause di forza maggiore. Secondo Kan camion di aiuti provenienti dall'Egitto saranno ispezionati ai valichi con Israele di Niztana e Kerem Shalom. Proseguiranno in territorio israeliano fino all'altezza del settore nord della Striscia. 'Elementi locali', ha aggiunto la emittente, provvederanno infine a distribuirli alla popolazione. 


"Le parole di Netanyahu dimostrano che non è preoccupato dal raggiungere un accordo" sugli ostaggi. Lo ha detto a Reuters il funzionario di Hamas Sami Abu Zuhri, commentando le dichiarazioni del premier israeliano a Cbs. Zuhri accusa inoltre Netanyahu di voler "proseguire le trattative sotto i bombardamenti e il bagno di sangue" dei palestinesi.


"Stiamo lavorando a un accordo per gli ostaggi. Voglio arrivare a un'intesa e apprezzo gli sforzi degli Stati Uniti. Non so se la raggiungeremo, ma se Hamas riducesse le sue richieste deliranti per tornare alla realtà, allora un accordo ci sarebbe". Lo ha detto Benyamin Netanyahu in un'intervista a Cbs. 


I colloqui a Parigi tra Usa, Israele, Egitto e Qatar hanno trovato un "terreno di intesa" su un possibile accordo per il rilascio degli ostaggi nelle mani di Hamas e per una nuova tregua a Gaza. Lo ha detto il consigliere alla Sicurezza nazionale della Casa Bianca Jake Sullivan in un'intervista a Cnn. "Si lavora e speriamo che nei prossimi giorni si possa arrivare al punto di un accordo finale", ha osservato. 


Non è ancora chiaro se i negoziati in corso in Qatar porteranno a un accordo sul rilascio degli ostaggi, ma Hamas dovrà "cedere fino ad arrivare a una richiesta ragionevole". Lo ha dichiarato Benyamin Netanyahu intervistato dalla rete tv Usa Cbs. Il premier israeliano incontrerà nelle prossime ore i vertici militari per discutere un piano che preveda lo sgombero della popolazione civile a Gaza e un'operazione per eliminare le unità superstiti di Hamas anche nella città di Rafah. "Se ci sarà un accordo - ha chiarito - il piano subirà un qualche ritardo, ma ci sarà ugualmente. Se non ci sarà un accordo, procederemo comunque". 


I negoziati per arrivare a un accordo sugli ostaggi e una pausa nella guerra a Gaza sono ripresi a Doha tra "esperti degli Usa, dell'Egitto, del Qatar e di Israele" e anche "rappresentativi di Hamas". Lo hanno fatto sapere media egiziani, ripresi da quelli israeliani. "I colloqui - ha spiegato Al-Qahera News - sono una continuazione di ciò che è stato discusso a Parigi e saranno seguiti da altri incontri al Cairo". Israele ha deciso sabato notte, dopo l'approvazione del gabinetto di guerra, di inviare la delegazione a Doha. 



Fonti dell'Autorità nazionale palestinese hanno negato che l'attuale governo di Ramallah, guidato dal premier Mohammed Shtayyeh, si possa dimettere questa settimana. Lo avevano riferito sia il quotidiano israeliano Haaretz sia il network palestinese Al Quds. Le fonti hanno evocato questa possibilità per il futuro, ma non ora, dal momento che, come scrive Haaretz, questo dovrebbe avvenire nell'ambito di "colloqui comuni con esponenti di Paesi arabi". Le stesse fonti hanno ribadito che eventuali dimissioni "non avverranno nei prossimi giorni". 


"Non dimentichiamoci di pregare per la Palestina, per Israele e per tanti popoli dilaniati dalla guerra e di aiutare concretamente chi soffre. Pensiamo a tanta sofferenza. Pensiamo ai bambini feriti, innocenti". Lo ha detto il Papa all'Angelus. 


E' di almeno 29.692 morti e 69.780 feriti il bilancio delle vittime delle operazioni militari israeliane nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre a oggi. Lo ha reso noto l'agenzia di stampa britannica Reuters citando il ministero della Sanità del Territorio costiero controllato da Hamas. 


Un altro soldato israeliano, il sergente Eli Zrihen, è rimasto ucciso sabato nei combattimenti a sud di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza. Lo ha reso noto il portavoce militare. Sale così a 240 il numero dei militari caduti dopo l'inizio delle operazioni terrestri contro Hamas. 


Una fonte palestinese ha riferito a Sky News Arabia che è probabile che il governo dell'Anp di Mohammed Shtayyeh possa dimettersi a breve per favorire un nuovo governo palestinese di tecnici entro la fine della settimana. Secondo l'emittente, questi sviluppi rafforzano le notizie secondo cui Hamas avrebbe accettato, la settimana scorsa, la formazione di un governo tecnico la cui missione è ricostruire Gaza e ripristinare la sicurezza dopo la guerra.


L'aviazione israeliana ha colpito due obiettivi situati lungo la linea di confine fra Gaza e l'Egitto, a ridosso del cosiddetto "Asse Filadelfia", cosa che ha destato forte spavento a Rafah fra gli sfollati palestinesi che hanno eretto le tende in quella zona. La radio militare israeliana ha spiegato che gli obiettivi colpiti erano l'imbocco di un tunnel di contrabbando scavato sotto al confine e un magazzino di armi di Hamas.


Gli Houthi hanno comunicato che "un'operazione militare ha preso di mira la petroliera americana Torm Thor nel Golfo di Aden con diversi missili". Il comando centrale degli Stati Uniti ha di rimando affermato che il cacciatorpediniere Uss Mason ha abbattuto un missile balistico antinave lanciato nel Golfo di Aden dagli Houthi che probabilmente aveva come obiettivo proprio la petroliera.


Una delegazione israeliana partirà per il Qatar per proseguire i colloqui sul rilascio degli ostaggi e una possibile tregua a Gaza. Lo ha deciso, secondo i media, il Gabinetto di guerra dopo aver esaminato il contenuto dei colloqui di mediazione di Parigi avuti con gli Usa, l'Egitto e il Qatar.


Gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno lanciato attacchi contro decine di obiettivi degli Houthi in Yemen. I raid hanno riguardato almeno 18 bersagli sparsi in diverse aree. Nel mirino sono finiti anche missili e droni. Si tratta della quarta operazione congiunta di Usa e Gran Bretagna contro i ribelli sciiti filoiraniani dal 12 gennaio.


Il capo dello staff del leader di Hamas ha affermato che le notizie secondo cui il gruppo islamista avrebbe rinunciato ad alcune delle sue richieste nei negoziati per la liberazione degli ostaggi sono "propaganda israeliana". Il movimento della Striscia ha poi accusato lo Stato ebraico di cercare di ostacolare il tentativo di raggiungere un accordo. Le condizioni poste da Hamas per un accordo restano la cessazione della guerra, il ritiro delle forze israeliane da Gaza, la revoca del blocco e la riabilitazione della Striscia.


Migliaia di israeliani sono scesi in piazza a Tel Aviv per protestare contro il governo Netanyahu e chiedere la liberazione degli ostaggi nelle mani di Hamas. La polizia ha dichiarato illegale la protesta e ha riferito di aver arrestato 19 manifestanti, dopo aver utilizzato gli idranti per disperdere decine di manifestanti che tentavano di bloccare la strada. Nel frattempo, circa un migliaio di persone ha marciato con fiaccole dalla residenza del presidente a Gerusalemme verso una piazza nel centro della città, chiedendo le elezioni.


"Stiamo lavorando per ottenere un altro schema per il rilascio dei nostri ostaggi, come anche per completare l'eliminazione dei battaglioni di Hamas a Rafah". Lo ha detto Benyamin Netanyahu confermando che Israele discuterà "i prossimi passi dei negoziati". Netanyahu ha aggiunto tuttavia che convocherà "all'inizio della settimana il gabinetto per approvare i piani operativi d'azione a Rafah, compresa l'evacuazione della popolazione civile da lì. Solo una combinazione di pressione militare e negoziati risoluti porterà al rilascio dei nostri ostaggi, all'eliminazione di Hamas e al raggiungimento di tutti gli obiettivi". 

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